
Lo schifo nel piatto
Rapporto choc dei Carabinieri sui ristoranti: 40% degli esercizi controllati, soprattutto quelli etnici, avevano scarsa igiene e cibi guasti in dispensa

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Di Donatella Cinelli Colombini
Nel rapporto dei NAS – Nucleo Antisofisticazione e Sanità dei Carabinieri c’è un autentico campionario di schifezze trovate nei luoghi di preparazione del cibo.
I Carabinieri hanno effettuato 15 mila controlli di cui 6.000 nella ristorazione, in questo tipo di esercizi sono state rilevate 2.425 “non conformità” che hanno portato alla segnalazione alla magistratura di 2.731 titolari, chef e altri responsabili dei ristoranti, 4 dei quali sono stati arresti perché le cose trovate dai Nas erano autentici attentati alla salute dei clienti. Le condanne sono state 350 penali e 3.600 amministrative, ma la mole dei sequestri è stata imponente, pari a un valore di 630 milioni di Euro.

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Le cucine, le pasticcerie, le macellerie, i fornai e gli altri locali in cui vengono preparati gli alimenti sono sottoposti a regole ferree: mobili lavabili, rivestimenti chiari fino a due metri da terra collegati al pavimento con una curva simile a quella delle sale operatorie, sterilizzatori per i coltelli, lavandini con asciugamani monouso, frigoriferi divisi per tipologia di alimenti …. Chi ha scritto le norme ha messo tutto l’impegno nel tutelare la salute dei consumatori precisando ogni dettaglio compresi i corsi e il librone con la descrizione di ogni preparazione e l’elenco dei fornitori.
Il punto è che il mobile lavabile deve essere anche lavato.Dunque più che le norme serve la vocazione all’ordine e alla pulizia. Ed ecco che i

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Nas di Milano hanno raccontato al quotidiano “Libero” di aver trovato escrementi di topo nelle dispense, pesce spada con i vermi, scarafaggi dentro le confezioni…. Poi ci sono le denunce come quelle dei 36 clienti intossicati dal pesce crudo e i 10 ricoverati in ospedale dopo aver ingerito tonno non cotto in un ristorante della provincia lombarda specializzato in kebab. E dire che parliamo di una regione dove gli standard igienici sono più alti che altrove!
Quindi attenzione al pesce crudo (chiedere sempre se è stato in abbattitore) ma anche a carne e uova crude. Attenzione ai locali fusion che mescolano alimenti di culture diverse di cui si è poco capaci di valutare la freschezza. E’ infatti proprio l’uso di alimenti scaduti o mal conservati, oltre ai lavaggi approssimativi, il principale dei problemi.
Ma alla fine l’Italia è uno dei pochi Paesi del mondo con una polizia di specialisti sugli alimenti e un piano capillare di controlli. Chi come me visita molti ristoranti di tutto il mondo può affermare con certezza che quelli italiani sono fra i più puliti e organizzati mentre all’estero ci sono meno norme e meno controlli.
Alla fine, riprendendo due ottimi consigli del Maggiore Salvatore Pignatelli comandante del Nas di Milano: usare occhi, naso e bocca per individuare i segnali di allarme nel cibo e diffidare dei prezzi troppo bassi perché la qualità, l’igiene e la sicurezza costano.