Roberto Benigni, Dante e le Olimpiadi
Meravigliosa serata fiorentina ascoltando Roberto Benigni che spiega i guasti della politica di oggi usando il medioevo, le Olimpiadi e Dante
<<Ho sentito alla televisione che un giovane fiorentino ha vinto una medaglia d’argento alle Olimpiadi mirando al centro e mi
sono chiesto: ma che ci fa Matteo Renzi alle Olimpiadi? Poi mi hanno spiegato che è uno che tira con la carabina>>. Questo è l’inizio di una serata magica davanti a Santa Croce a Firenze. Roberto Benigni continua senza un attimo di sosta << avete visto dove vinciamo alle Olimpiadi noi italiani? E’ emblematico … tiro con l’arco, pistola, carabina, fioretto, judo .. è il segno del momento … stiamo imparando a sopravvivere>> << si perché Monti ci ha preso tutto con le tasse, ha preso, preso, preso … e ha promesso che poi ci sarà la ripresa …. perchè fino a ora non gli è bastato! >>
Seimila persone guardano questo piccolo uomo vestito di grigio con una giacca troppo grande per lui e i capelli in disordine. Lo ascoltano, ridono, applaudono ma soprattutto stanno attenti a quello che dice. Non ci sono posti vuoti, non come alle Olimpiadi! Poi, quando Roberto comincia a spiegare la Divina Commedia il silenzio diventa tutale. Nessun brusio, nessun telefonino che suona, nessuno che si alza. Tutti lo guardano come ipnotizzati. E non è un pubblico di vecchie signore con un passato al liceo classico, ci sono soprattutto giovani.
<<Bisogna sempre portarsi dietro tre libri: il Vangelo, l’Odissea e la Divina Commedia. Il primo insegna a vivere, il secondo a viaggiare, il terzo ad avere speranza>>. Stasera benigni spiega il XVII Canto dell’inferno, quello degli usurai. Abbiamo scelto questa parte della Divina Commedia per prendere in giro mio marito Carlo Gardini, che ha sempre lavorato in banca. In realtà la banca e lo strozzinaggio sono due cose diverse e anche Dante distingue il prestito dall’usura. Chi pratica l’usura è messo fra i violenti contro Dio insieme ai sodomiti e ai bestemmiatori. La rappresentazione visiva del loro peccato è la frode, un mostro che si presenta con un bel volto ed è in realtà un serpente con la coda aguzza. Benigni descrive, racconta, spiega finché tutti immaginiamo con chiarezza gli usurai nel sabbione bollente in cui cadono lapilli infuocati mentre una puzza insopportabile viene da un fiume di sangue.
Alla fine una standid ovation entusiasta di tutto il pubblico
Non stupisce che Roberto Benigni sia considerato fra i geni del nostro tempo. Un artista immenso, con una cultura immensa e con dei valori interiori immensi. Si perché alla fine della serata siamo tutti più ricchi ma anche più buoni.
Visto per voi da Donatella Cinelli Colombini