Smettiamo di usare i diserbanti nei vigneti

Vigneto senza diserbanti

Smettiamo di usare i diserbanti nei vigneti

Fanno risparmiare qualche soldo ma gli erbicidi danneggiano la qualità dell’uva e soprattutto inquinano il terreno fino ad arrivare alle falde e al mare

Vigneto senza diserbanti

Vigneto senza diserbanti

Visto per voi da Donatella Cinelli Colombini

Anch’io, come tutti, sono andata a un convegno sulla sostenibilità del vino. E’ l’argomento del giorno promosso da associazioni, enti, progetti … tante, forse troppe iniziative come ha sottolineato Attilio Scienza nel  “WineWorld Economic Forum”, al “Merano WineFestival” 

Servono poche regole chiare.

Anche nel convegno a cui ho assistito, il punto centrale sembrava il “foot print” – l’impronta ecologica misurabile con il bilancio del CO2. Ovviamente è importantissimo ridurre i consumi di acque e energia, ridurre le emissioni nell’aria e di rifiuti solidi ma la cosa più urgente è, a mio avviso, ridurre i pesticidi. Altrimenti finisce che, il vignaiolo biologico, risulta più inquinante di quello che usa la chimica pesante, perché va avanti e indietro con il trattore per dare rame e zolfo alle viti. <<I progetti di sostenibilità nati negli anni  si fanno la guerra, ognuno guarda a sé, pensando di essere il progetto migliore>> ha detto il Professor Scienza a WineNews.

Qualcosa di nuovo arriva dalla Borgogna dove stanno per investire 1,7 milioni di Euro per sperimentare i droni, mini elicotteri che svolazzeranno fra i filari analizzando, con sensori e telecamere, tutte le  viti. Un progetto, che durerà tre anni,  e permetterà di  ridurre i pesticidi facendo una diagnosi precoce e capillare di ogni pianta. Questa si che è un progetto in grado di incidere sulla sostenibilità del vino.

Tornando ai diserbanti, bisogna ammettere che quelli più devastanti per l’ambiente, come l’atrazina (mais), sono stati banditi da tempo e

Erbicida

Erbicida

che i centri di ricerca hanno fatto grandi passi avanti nello studio di erbicidi a basso impatto ambientale ma parte di essi sono, tuttora,  “xenobionti” cioè non affini alle molecole naturali presenti negli esseri viventi.  Questo innesca rischi futuri difficili da valutare. Infatti una parte del diserbo penetra nel terreno e da li arriva nelle falde oppure viene trascinato dalla pioggia fino ai fiumi e al mare, in altre parole rimane in circolo.

Attilio Scienza Merano

Attilio Scienza Merano

Nella vigna, i vantaggi nell’uso dei diserbi sono di tipo economico mentre la qualità dell’uva ne soffre. Il terreno zappato e seminato con favino e vescia, durante l’inverno, come facevano i nonni, è un terreno soffice e vivo che aiuta la vite a sopportare  le intemperanze del nuovo clima.  In annate come il 2013, con la sua lunghissima siccità, la coltivazione tradizionale è determinate per ottenere dell’uva eccellente.

Noi vignaioli dobbiamo dare l’esempio e puntare su una riduzione della chimica nel vigneto.

Chi non si sente ancora pronto per attuale una viticultura biologica, almeno eviti gli erbicidi, al momento della vendemmia sarà ricompensato!