
Un mondo senza bambini “Childfree”
Ha un manifesto programmatico e un giorno celebrativo, il nuovo movimento antinatalista di chi rifiuta il ruolo di padre e in Italia sono il 45%.
Letto per voi da Donatella Cinelli Colombini
Questa è l’Europa e soprattutto l’Italia “Nokidsland” territorio senza bambini come lo ha battezzato il “Nouvel Observateur”.
Nel nostro Paese i trentacinquenni senza figli sono ormai il 45% mentre vent’anni fa erano meno della metà. Il fenomeno esiste anche all’estero sebbene in forma meno marcata; in Francia la percentuale è del 15%.
La fotografia di quest’Italia di maschi poco attratti da biberon e passeggini arriva dal libro “Senza figli” di Duccio Demetrio e Francesca Rigotti che sembra la continuazione del saggio di Rossana Rossanda e Natalia
Aspesi “Perché non abbiamo avuto figli”. Non è una scelta rara, in Germania il 30% delle donne non vuole diventare madre.
E non è una bagatella. Il rifiuto della paternità sta assumendo la forma di un fenomeno sociale di grandi
dimensioni. E’ ormai un movimento con tanto di “Manifesto anti natalista” scritto dallo scrittore belga
Théophile de Giraud, forse il più famoso fra gli intellettuali “childfree” . C’è persino una giornata celebrativa il “No Papà Day”. Il gruppo dei mancati padri è molto eterogeneo: ecologisti, anticapitalisti, pessimisti
fino ai dongiovanni più incalliti. Come dire diversi i motivi ma uguale risultato.
L’ipotesi più verosimile di un tale dilagante rifiuto della paternità
potrebbe scaturire dalla scarsa utilità dei figli, percepiti solo come un problema economico e organizzativo. Sono invece spariti i vantaggi che un tempo accompagnavano la creazione di una famiglia numerosa. Troppo spesso infatti le vicende professionali portano i figli lontano dai genitori facendo loro perdere quell’ apporto economico e psicologico che sosteneva padri e madri nei più tristi periodi della vita: la malattia e la vecchiaia. Altri elementi dissuasivi alla natalità sono le super mamme, o come ironicamente le chiamano negli Stati Uniti “Mister Mom”. Oppure la limitazione alla propria libertà collegata alla vita in famiglia per cui si preferisce vivere da soli come il 45% degli scandinavi. Sta di fatto che in Usa solo il 41% pensa che i figli siano importanti per il successo del matrimonio.
Alla fine rimane un’immagine triste, egoista e laicizzata della società odierna, soprattutto l’immagine di un’umanità che crede poco nel futuro e nella possibilità di costruirlo insieme alle persone che ama.