
Vigneti urbani: viti antiche per i wine lover moderni
I vigneti urbani: iniziano ad essere un’attrazione turistica e il luogo di esperienze emozionanti per i wine lovers specialmente in vendemmia

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Donatella Cinelli Colombini, Montalcino, Brunello, Casato Prime Donne
Firmata a Torino la carta di intenti che collega i vigneti urbani più belli. L’obiettivo è di mettere in comune le esperienze e puntare sulla trasformazione di queste reliquie del passato in luoghi di cultura enologica e di esperienze partecipate, dedicate ai wine lovers, ma anche agli studenti e a tutti coloro che vogliono riavvicinarsi alla natura e ai ritmi millenari della coltivazione agricola. Tutela e cultura come direttrici di marcia e la Vigna reale della Villa della regina di Torino come capofila. La firma è avvenuta durante

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Torino-grapes (19-21 ottobre): la vendemmia della capitale piemontese che riscuote un crescente successo. Creare un network dei vigneti urbani è meno facile di quello che sembra perché gran parte di queste vigne, specialmente quelle legate alle case reali, hanno legami gestionali e commerciali con strutture private: Torino ha una sinergia con le Cantine Balbiano e l’associazione Amici di Villa della Regina, a Pompei esiste una partnership tra la Soprintendenza Speciale e l’Azienda Mastroberardino, Siena ha un progetto interdisciplinare che fa capo all’Università, la vigna di San Silvestro all’interno della Reggia di Caserta verrà gestita per 15 anni dalla Cantina Fontana di Benevento. Inoltre i vigneti urbani di Brescia e Napoli sono completamente privati, mentre quello di Venezia è gestito da un associazione di promozione sociale …

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Le famosissime vigne di Parigi Clos Montmartre e del Castello di Schönbrunn a Vienna reggia degli Asburgo hanno già un accordo con il vigneto reale di Torino.
L’idea di tutelare e usare i vigneti urbani per promuovere la cultura enologica è ottima ed ha buone prospettive di auto sostentarsi grazie al turismo. Infatti il listino di Clos Montmartre è tutt’altro che basso; ci sono bottiglie da 20 e 30€ come fossero di Bordeaux o della Borgogna mentre provengono da un vigneto che ha il solo pregio di essere a Parigi e di poterlo scrivere in etichetta. Proposi l’utilizzo turistico, nel 2007, anche per il vino ottenuto dal progetto “Senarum Vinea”, che prevedeva la creazione di una vigna urbana con i vitigni presenti negli orti, all’interno delle mura di Siena: Gorgottesco, Tenerone, Salamanna, Prugnolo gentile, Occhio di pernice, Procanico, Rossone, Mammolo. Anticamente questi micro vigneti urbani davano il vino che, in caso di assedio, diventava una risorsa importantissima per Siena, che non ha fiumi o sorgenti. Oggi può offrire ai turisti l’opportunità di gustare sapori antichi e completare la conoscenza della città gotica più importante del mondo, quasi come un’esperienza di “archeologia enologica”.