Vino italiano e potenti del mondo

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Vino italiano e potenti del mondo

Donatld Trump si dice astemio ma produce vino e nella notte delle elezioni brinda con l’Amarone. Le bottiglie italiane sulle tavole presidenziali 

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Di Donatella Cinelli Colombini, Orcia Doc, Cenerentola

Partiamo da un episodio recente; la mattina del 9 novembre scorso, quando la vittoria di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti è ormai sicura, il suo amico Flavio Briatore fa recapitare al suo grattacielo newyorkese – Trump Tower- tre magnum di Amarone con etichette personalizzate a tempo di record e un biglietto con la frase «Dear Donald, we did it >> cioè ce l’abbiamo fatta. La cosa è abbastanza strana perché Trump si proclama astemio anche se possiede, dal 2011, un’azienda vinicola a Charlottesville, in Virginia gestita dal figlio Eric Donald. In effetti, comprandola all’asta Trump disse alla precedente proprietaria

vino-italiano-e-potenti-del-mondo- Aneri

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Patricia Kluge, <<Lei ha un grande fiuto per il vino, io no>>. L’affare nasceva infatti da un’intento speculativo piuttosto che dalla passione per il vino <<Questo posto ha un’ipoteca da 28 milioni di dollari e io l’ho comprato per 6,2 milioni. E’ un Trump-affare>> disse ma, come è sua abitudine, ha poi messo il suo nome sulle etichette. Quello di brandizzare tutto è un’altra delle sue manie: acqua, the e cioccolato … tutto con il nome Donald Trump.Ma sveliamo qualche dettaglio dell’Amarone donato a Trump. Si tratta del vino di Giancarlo Aneri, un personaggio molto noto nel jet set internazionale sul quale conviene soffermarsi per qualche minuto.

Aneri-famiglia-il-coppiere-dei-potenti-del-mondo

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Aneri, nasce a Legnago nel veronese e poi va a lavorare dai Lunelli dello Spumante Ferrari. Dimostra subito una capacità impressionante nelle pubbliche relazioni. Ha 29 anni quando si presenta a Maranello chiedendo di incontrare Enzo Ferrari senza appuntamento. Aspetta 5 ore ma riesce a parlare con l’ingegnere «Entri, un minuto» gli dicono ma poi «restai 90 minuti, lo convinsi a portare sul podio dei piloti spumante italiano», ricorda Aneri. Riesce a mettere i calici di spumante trentino fra le mani di Gregory Peck, Roger Moore e altre star di Hollywood. Nel 1983 il quotidiano veronese l’Arena lo definisce << il “coppiere” dei potenti della Terra che fa brindare anche il Papa e Pertini>>.

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Dieci anni dopo Aneri fonda la È Group con l’aiuto di Luciano e Alessandro Benetton e Giovannino Agnelli con lo scopo di produrre olio e caffè di qualità. Da qui comincia la caccia alle tavole dei potenti. Fa servire i suoi vini Prosecco e Amarone a Putin, Reagan, Bush (padre e figlio), Clinton e Obama. Li offre ai leader al G8 de l’Aquila, nel 2009. Li fa stappare per festeggiare l’elezione di Napolitano e Ciampi. E per la firma della Costituzione europea, nel 2004 a Roma.

Dalla festa per i 100 anni della Juventus alle navi da crociera più prestigiose del mondo, la MSC Crociere, i vini di Aneri sono nei luoghi dell’esclusività e dei potenti.

<<Produciamo 360 mila bottiglie. In gran parte Prosecco – spiega a Luciano Ferraro di DiVini blog del Corriere della Sera – dalle tenute di Rocco Forte, socio al 20% e con le uve dai 576 vignaioli della Cantina Produttori di Valdobbiadene, socia al 10%. Compriamo le uve per l’Amarone della Valpolicella e abbiamo una nostra barricaia a Fumane: in tutto 6.000 bottiglie (le barrique 9 e 9 bis sono di Flavio Briatore, una è di Berlusconi…) vendute soprattutto ai ristoranti, 180 euro a bottiglia>>
Insomma una caccia del lusso a tutti i livelli: dai soci ai locali in cui vengono serviti i vini e soprattutto ai clienti. Se le bottiglie sono servite al brindisi presidenziale di Trump non è certo un caso.