FIORELLA VANNONI
MEMORIE E PICCOLI RACCONTI DI FIORELLA VANNONI UNA GRANDE DONNA DI MONTALCINO RECENTEMENTE SCOMPARSA A CUI MI LEGANO AMMIRAZIONE E AMICIZIA
Di Donatella Cinelli Colombini #winedestination
E’ difficile parlare di una persona che ti somiglia tantissimo al punto di trovarsi riprodotta in lei come in uno specchio. Questa era per me Fiorella Vannoni. Una persona che vedevo poco ma che amavo come una delle mie amiche più sincere e più capaci di guardare nella profondità del mio cuore. Per questo quando sua figlia Barbara si sposò mi chiese di celebrare il suo matrimonio al Comune di Siena
Mi assomigliava anche nell’aspetto perché era rotondetta come me e poco amante dell’apparenza al punto da preferire la praticità dell’abbigliamento all’estetica. Così come entrambe siamo più capaci di fare le cose che di spiegarle. Anche nella concezione del mondo eravamo molto simili: tutte e due credenti, entrambe con convinzioni di sinistra anche senza amare la politica dei partiti, entrambe convinte che ciascuno deve contribuire al bene comune progettando il proprio operare perché vada a vantaggio di tutti e non solo di sé. Una convinzione che ha implicazioni faticose nella vita personale e professionale ma poggia su principi forti che vanno oltre il senso civico e riguardano il senso stesso della vita.
Per questo io e Fiorella ci capivamo al volo e ogni nostro incontro riprendeva un discorso che sembrava non interrompersi mai. Le telefonate con lei duravano ore.
Ci sono alcuni ricordi ed episodi che più di altri spiegano la personalità di Fiorella.
CROCE DI MEZZO AGRITURISMO E CANTINA
Questo racconto parla dell’azienda Croce di mezzo nel piccolissimo borgo della Croce fra Montalcino e Sant’Antimo. Dieci case e una cappellina che forse era un baptisterium oppure la chiesa patronale di una fattoria grande e strutturata. Nella mia infanzia mi ricordo le case disposte lungo uno sterrato che formava una sorta di ansa collegandosi sui due lati alla provinciale. C’erano pergolati che congiungevano gli edifici e proteggevano i punti dove le famiglie si riunivano a chiacchierare con i vicini. Tutte le case erano abitate da famiglie contadine e dal loro bestiame. C’era una scuola e persino un piccolo appalto dove era possibile comprare aghi e fili. Già a quell’epoca la proprietà del borgo era divisa. Negli anni sessanta del Novecento il grande esodo verso le città svuotò anche la Croce di parte dei suoi abitanti. Fiorella Vannoni e suo marito Paolo Nannetti furono fra quelli che tennero duro e iniziarono la ristrutturazione del loro podere una quarantina d’anni fa creando un centro agrituristico che ora è composto da 6 alloggi, ristorante, piscina, sala meeting e palestra. Successivamente crearono la cantina, in parte sotterranea e talmente grande da ospitare anche altri piccoli vignaioli. Come me Fiorella si era portata dietro dei mobili da attività precedenti. La sua famiglia aveva infatti un immobile alla Stazione di Monte Amiata, dove loro avevano un appalto. Il mobile pieno di cassetti di questo negozio era nella sala del ristorante di Croce di mezzo e veniva riposizionato via via che la sala veniva modificata e allargarla. Mi ha sempre commosso questa affezione di Fiorella agli oggetti e la sua capacità di ridare loro dignità e funzione. Anche in questo mi assomigliava. Gli ambienti arredati da me e da Fiorella sono meno belli di quelli degli architetti ma sono più capaci di raccontare un territorio così come il mobile dell’appalto di Monte Amiata raccontava un’epoca in cui i treni consentivano alla gente di campagna di uscire dall’isolamento. Per andare a Grosseto forse impiegavano due ore per fare 30 km su una linea a scartamento ridotto ma almeno potevano andare in un ospedale o vedere i negozi.
Croce di mezzo era un mix di memorie e coraggio innovativo perché insieme al mobile dell’appalto c’era una palestra con attrezzi che nessun altro agriturismo aveva vent’anni fa. E Fiorella Vannoni era così un mix di umanità e creatività, di laboriosità manuale e visione imprenditoriale.
IL MIO INCIDENTE AUTOMOBILISTICO E IL SOCCORSO DI FIORELLA
Il secondo racconto riguarda un episodio apparentemente piccolo ma capace di raccontare molto della personalità di Fiorella.
Era una serata di tarda primavera, di oltre quarant’anni fa e la nazionale di calcio giocava una partitona. Io stavo andando verso casa dei miei a Montalcino e una macchina mi venne addosso prendendo la curva contro mano. La mia auto venne buttata in una scarpata dove le ginestre fortunatamente la trattennero dal precipitare. Io uscii dall’auto scossa ma incolume salvo qualche livido.
L’incidente avvenne a 800 metri da casa mia e a 300 metri dal borgo della Croce dove Fiorella e Roberto avevano la loro azienda con cantina e agriturismo. Fiorella e i suoi furono i primi ad accorrere. Lei mi abbracciò mi fece sedere poi tornò a casa per chiamare la mia famiglia e i Carabinieri. Mia madre arrivò quasi subito e fu molto più ruvida, aveva ospiti a cena e il mio incidente proprio non ci voleva. Lei, ma soprattutto mio padre sembravano sicuri che avessi causato l’incidente e si stupirono quando l’altro automobilista ammise di essermi venuto addosso. Fiorella mi portò acqua e caffè. I Carabinieri fecero i rilievi per liberare la strada e intanto arrivò il carro attrezzi. Tutti cercavano di seguire la partita per radio e io mi sento in imbarazzo per aver allontanato dalla TV tutta quella gente. Fiorella non mi lasciò un minuto. Mi raccontava delle cose, commentava la partita, mi prendeva sotto braccio e mi fa camminare per vedere se muovevo bene le gambe e non avevo vertigini, cercò i miei documenti in macchina rischiando di finire nella scarpata…. Aiutò anche il turista francese che mi è venuto addosso. Alla fine la mia auto fu portata via dal carro attrezzi, i Carabinieri se ne andarono con i verbali e io salutai Fiorella quasi piangendo di gratitudine.
IL LABORATORIO DI STORIA AGRARIA
L’ultimo racconto è più recente e riguarda il “Laboratorio di storia agraria” promosso dal “Centro di studi per la storia delle campagne e del lavoro contadino” che faceva capo ai Professori Alfio Cortonesi e Massimo Montanari. L’iniziativa comprendeva una summer school tenuta da docenti internazionali e un premio “Città di Montalcino per la Civiltà contadina”. I corsi e la cena conclusiva con le autorità e il corpo docente, avvenivano alla Croce di mezzo, tutto era ben organizzato anche se con la semplicità contadina adatta al tema del Laboratorio. Fiorella stava in disparte, in piedi vicino alla porta delle cucine controllando il lavoro delle massaie e dei camerieri. Anche nella cerimonia di premiazione sotto le logge del “Cappellone” nel centro di Montalcino, Fiorella e suo marito Paolo Nannetti si sedevano fra il pubblico nelle ultime file. Come se il loro ruolo fosse molto marginale. In realtà, quando la collaborazione fra Crocedimezzo e il “Laboratorio di storia agraria” è finita l’intero progetto è pressoché finito. Come in tanti altri casi simili, in cui grandi progetti vengono realizzati con piccoli mezzi, c’è dietro una persona piena di dedizione, creatività e tenacia che permette di superare ogni ostacolo. Questa persona era Fiorella. E come in tanti altri casi simili l’enorme apporto dato da questi personaggi scompare nello sfondo. Alla fine, durante la cerimonia di Premiazione io, senza fare niente, mi trovato seduta al tavolo dei relatori e Fiorella Vanoni era in fondo fra il pubblico.
Mi manchi Fiorella