Le truffe del vino: dai domini web ai Barolo falsi
Un futuro di pirateria informatica per chianti.wine e bordeaux.vin. Intanto c’è chi falsifica il Monfortino di Giacomo Conterno
Visto per voi da Donatella Cinelli Colombini
Esiste il rischio che i domini web “premium” come wine oppure vin vengano venduti all’asta. ICANN -Internet Corporation for Assigned Names and Numbers – che assegna i domini internet a tutto il mondo, ha sede a Los Angeles ed è privata, vorrebbe liberalizzarli mettendoli in vendita al miglior offerente. Potrebbe dunque succedere che www.chianti.wine corrisponda a una ditta di abbigliamento, oppure www.brunello.wine serva per proporre auto d’epoca. Insomma potrebbe ingenerarsi una confusione e uno sfruttamento improprio dei nomi di vini celebri. Una prospettiva di “pirateria informatica” che ha spinto Paolo De Castro (Presidente della Commissione Agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento Europeo) a scrivere a ICANN e poi al Presidente dell’Assemblea Ue, Martin Schulz. Insieme intendono dare battaglia. Secondo De Castro potrebbe succedere che << nomi a dominio contenenti celebri indicazioni geografiche (ad esempio chianti.wine, bordeaux.vin, rioja.wine) vengano utilizzati da imprese che nulla hanno a che vedere con i vini di qualita’ delle denominazioni indicate>> insomma si prospetta un futuro sempre più complicato per le cantine.