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Chiusi e gli etruschi prendono sapore

A 40 km dalla Fattoria del Colle Chiusi ci accoglie con la città sotterranea, i resti etruschi e persino i sapori etruschi come il brustico. Il turismo è scoperta

Chiusi-donatella-cinelli-colombini-fra-le-urne-etrusche

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Di Donatella Cinelli Colombini

Io mi sento etrusca, sono cresciuta in Toscana da antenati toscani e soprattutto ho una parte dei tratti somatici tipici degli etruschi, come gli occhi a mandorla, i capelli neri e dritti, la pelle molto chiara. Tratti asiatici che forse dipendono dalla provenienza di questo popolo di cui, tuttavia, non sappiamo niente.

BRUSTICO IL PESCE DI LAGO COTTO AL MODO ETRUSCO

Sta di fatto che in Toscana, culla della civiltà etrusca, siamo fieri dei nostri predecessori e a Chiusi è possibile conoscerli. Dista 40 km dalla Fattoria del Colle e offre la possibilità di assaggiare i sapori etruschi: il “brustico” pesce di lago fresco cotto sulle canne fino a carbonizzare la pelle e poi servito con olio extravergine e limone, offre un esempio fedele dei sapori gustati dagli Etruschi. Lische a parte è delizioso e costituisce un’esperienza unica.

CHIUSI SOTTERRANEA E IL LABIRINTO DI PORSENNA

Ma non fermiamoci ai peccati di gola. Gli Etruschi vanno conosciuti nel profond

brustico-cottura-del-pesce-ristorante-pesce-d'oro-a-chiusi

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o e quando dico profondo intendo sotto terra. Anche se le opere d’arte e le testimonianze archeologiche più importanti sono conservate nel Museo Nazionale, fra i maggiori del mondo, da cui partono anche le visite alle tombe (le più suggestive sono la tomba della Pellegrina, scoperta nel 1928 e la tomba della Scimmia, scoperta nel 1846) l’esperienza più emozionante è nel Labirinto sotterraneo del Museo Civico che contiene l’unica esposizione in Italia interamente dedicata all’epigrafia funeraria etrusca. Il Labirinto di Re Porsenna, è un percorso di cunicoli lungo circa 180m che costituiva il complesso sistema idraulico etrusco sotto la città. L’itinerario termina con la visita al famoso “laghetto” sotterraneo, dove sembra che il tempo si sia fermato.

CATTEDRALE DI SAN SECONDIANO UNA DELLE CHIESE PIU’ ANTICHE DELLA TOSCANA

Vale la pena entrare nella Cattedrale di San Secondiano costruita nel VI secolo. E’ una delle chiese più antiche della Toscana costruita dai bizantini durante la guerra contro i Visigoti nel VI secolo utilizzando resti romani come le colonne della navata centrale. Ha la forma delle basiliche paleocristiane e custodisce il corpo di Santa Mustiola, martire e patrona di Chiusi. Accanto alla chiesa, troviamo il Museo della Cattedrale che conserva una splendida collezioni di Codici Miniati Benedettini, provenienti dall’Abbazia di Monte Oliveto Maggiore con immagini di Francesco di Giorgio Martini, Sano di Pietro, Liberale da Verona ….

LAGO TRASIMENO: TRA STORIA E LEGGENDA

Famoso per la battaglia tra Annibale e i Romani, pochi lo conoscono per la leggenda che ne spiega il nome: oggi vi porto al Lago Trasimeno

Di Alice Bracciali

Lago-Trasimeno

Lago Trasimeno

Immerso nel verde delle colline umbre, il Lago Trasimeno è il quarto d’Italia per estensione e si trova a soli 40 Km dalla Fattoria del Colle. Nelle sue acque si trovano 3 isole: la Polvese che è la più grande di dimensioni ed ospita il Giardino delle Piante Acquatiche, la Maggiore che conserva il borgo quattrocentesco ancora oggi abitato, e la Minore, rifugio di una colonia di cormorani che, con le loro secrezioni rendono bianchi gli alberi e il terreno circostante (le prime due sono visitabili e consiglio di prendere il traghetto a San Feliciano o Tuoro per fare il tour, queste due località sono infatti le più vicine alle isole). Sulle sue sponde si trovano borghi di una bellezza mozzafiato come Castiglione del Lago, Passignano sul Trasimeno e Tuoro sul Trasimeno.

Le sue rive hanno conosciuto numerose popolazioni e hanno assistito a diverse battaglie, tra cui quella famosa tra i cartaginesi di Annibale e le legioni romane, nel giugno 217 a.C.. Ma è la leggenda etrusca sull’origine del suo nome che ha reso il lago ancora più affascinante ai miei occhi. Si racconta che la ninfa Agilla fosse follemente innamorata del bellissimo principe Trasimeno, figlio del re Tirreno, che riuscì ad attirare con il suo canto seducente nei pressi dell’Isola Polvese. Qui sbocciò l’amore tra i due giovani che si sposarono. Ma la loro felicità durò il tempo di un giorno. Trasimeno decise di fare un bagno nel lago e improvvisamente finì sott’acqua, senza riemergere. La ninfa continuò a cercarlo incessantemente giorno dopo giorno, fin quando, esausta, terminò i suoi giorni su una barca in mezzo al lago. Si dice che la sera, quando il vento increspa la superficie del lago e soffia tra i rami degli alberi sull’isola, si possa sentire il lamento straziante della ninfa che ancora cerca il suo bellissimo principe.

Nel Brustico il sapore della Toscana antica

L’antica tradizione etrusca della città di Chiusi si riflette nella gastronomia rimasta invariata nel corso dei secoli. A 50 Km dalla Fattoria del Colle

Di Giulia Mencaglia, Chiusi

Enrico Agostinelli prepara per la cottura

Enrico Agostinelli prepara per la cottura

“Mi raccomando Cara” continua a ripetermi Enrico, “due regole sono importanti per questa ricetta: pesce fresco e poco cotto”.  Enrico Agostinelli e la figlia Elisabetta, proprietari del ristorante Pesce d’Oro a Chiusi, mi permettono di assistere alla preparazione del Brustico, una ricetta che ha bisogno di pazienza e attenzione, come vuole la tradizione etrusca da cui deriva.

Il Brustico infatti, è un’antica pietanza etrusca appartenente agli anni del regno di re Porsenna, anni in cui il “Lago di Clusio” era considerato un luogo magico che ha

lasciato un profondo segno nella vita di tutti i giorni. E’ sorprendente quanto di Etrusco rimane ancora oggi nelle tradizioni culinarie di Chiusi, l’antica Chamars e poi Clusium, uno dei più vivi e consistenti nuclei di questa civiltà.

Molti degli alimenti base della cucina chiusina sono tutt’ora legati alla tradizione etrusca

Persici mentre si abbrustoliscono

Persici mentre si abbrustoliscono

e i piatti conservano arcaiche pratiche culinarie. Soprattutto la pesca è il simbolo che lega ancora oggi la Chiusi moderna con la Chamars dell’antica Etruria e proprio il Brustico è quel piatto povero ma gustoso, consumato dai pescatori che lavoravano sulle sponde del lago. Essi infatti, impegnati nella raccolta di erbe e giunchi nelle acque stagnanti del lago, spesso con delle esche rudimentali o piccole trappole improvvisate, si procuravano dei piccoli pesci come lucci o scardole che costituivano il loro pranzo. I pescatori poi, dopo essersi spostati su un terreno asciutto, cominciavano ad ammassare delle canne secche per accendere un piccolo fuoco, sopra al quale venivano buttati i pesci appena catturati e cotti a fiamma viva per qualche minuto, finché l’esterno non era carbonizzato. I pesci “abbrustoliti” venivano raschiati rapidamente per rimuovere le squame e dopo aperti e ripuliti dalle interiora, venivano mangiati con un semplice condimento. Finito il breve pasto, i pescatori ricominciavano il loro lavoro nelle acqua palustri.