cantina Antinori nel Chianti Classico Tag

Le cantine d’autore in Italia

Gli archistar –architetti di grande fama – sono decisamente attratti dalla progettazione delle cantine. Qui troverete le più note e due raccontate nel dettaglio

Carapace Bevagna  interno

Carapace Bevagna interno

Di Donatella Cinelli Colombini esperta di turismo del vino

Sarà il fascino di un prodotto nobile e naturale, sarà il carattere glamour di tutto ciò che ruota intorno alle bottiglie, sarà la visibilità che offre il vino di lusso … sta di fatto che le costruzioni destinate a contenere tini e botti sono diventate autentiche opere d’arte. I vigneti di California, Francia e Spagna pullulano di capolavori di architettura contemporanea, quasi come nel Rinascimento quando i banchieri mostravano il loro successo negli affari chiamando i maggiori pittori a realizzare altari e volte. Oggi l’opera dell’archistar è un segno di prestigio per il brand ed

Antinori-cantina-Bargino-ristorante

Antinori-cantina-Bargino-ristorante

il vino. Anche in Italia, le cantine d’autore sono talmente tante, specialmente in Toscana, da impormi di restringere l’elenco alle più note. Si concentrano in quest’ultima regione che ha i maggiori flussi enoturistici e quindi può garantire un immediato ritorno economico all’investimento architettonico.

  • Nord
    Cascina Adelaide, Barolo CN, studio Archicura
    Ceretto, cappella del Barolo, La Morra CN, affrescata da David Tremlett e Sol Lewitt
    Ceretto, l’Acino, Monsurdo in Alba CN, Luca e Marina Deabate
    Cantina produttori di Valdobbiadene, Valdobbiadene TV, Devis Busato, Rodrigo Masiero e Matteo Pellizzari (Deroma)
    Distilleria Bartolo Nardini, Bassano del Grappa VI, Massimiliano Fuksas
    Rotari e Mezzacorona, Mezzacorona TN, Alberto Cecchetto
    Tramin, Termeno BZ, di Werner Tscholl,
    Terre Da Vino, Barolo CN, Gianni Arnaudo
  • Centro
    Antinori, cantina del Chianti Classico, San Casciano Val di Pesa FI, Marco Casamonti Archea
    Antinori, cantina Campo al Sasso Bolgheri LI, Gae Aulenti
    Badia a Coltibuono, Gaiole in Chianti SI, Piero Sartogo e Natalie Grenon
    Cavalieri, Genzano Romano, At Studio
    Collemassari, Cinigiano GR, Edoardo Milesi
    Fattoria La Massa, Panzano in Chianti SI, Bernard Mazieres
    Gaja, cantina Cà Marcanda, Castagneto Carducci LI, Giovanni Bo
    Lunelli, cantina Carapace, Bevagna PG, Arnaldo Pomodoro
    Marchesi dè Frescobaldi, L’ammiraglia, Magliano in Toscana GR, Piero Sartogo e Natalie Grenon
    Panerai e Rothschild, cantina Rocca di Frassinello a Gavorrano GR, Renzo Piano
    Terre Moretti, cantina Petra, Suvereto LI, Mario Botta
  • Sud
    Bisceglia, Lavello PZ, Hikaru Mori
    Cantina Taverna, Nova Siri MT, Onsitestudio
    Cusumano, Partinico PA, Ruffino associati
    Feudi di San Gregorio, Sorbo Serpico AV, Hikaru Mori-Zito

Immagine e immaginario nel turismo del vino

Ecco perché, quanto, dove e come il turismo del vino -virtuale e reale- influenza la percezione di valore del vino,il suo apprezzamento e le sue vendite

Marsala Cantine Florio bottaia1

Marsala Cantine Florio bottaia1

Di Donatella Cinelli Colombini per OICCE
Due terzi del valore percepito del vino non è vino. Prezzo, posizionamento commerciale, packaging, storia, luoghi, pubblicazioni, personaggi …. Ognuno di questi elementi comporta una percezione di valore. In questa sede ci soffermeremo sui vigneti, la cantina, la zona dove nasce il vino e le persone che lo fanno nascere. Vedremo come il territorio di origine può, se ben usato, accrescere l’appeal e la fidelizzazione verso la denominazione o il singolo produttore. Il turismo del vino è lo strumento di questo processo ed è uno strumento potente. Il primo elemento da capire è la dimensione di questo strumento.
Dal 2012 i viaggiatori mondiali hanno superato il miliardo e crescono al ritmo del 4% all’anno. In Italia, nel 2013, gli arrivi di viaggiatori dall’estero sono stati 46 milioni, finalmente il nostro turismo ha ripreso a crescere anche se con un modesto 1,9%. Il turismo del vino aumenta più velocemente (intorno al 3% all’anno) ma meno uniformemente. I 5-6 milioni di visitatori che ogni anno vanno nelle zone di produzione enologica generano un business stimabile in 3 miliardi di Euro fra fatturato diretto e indotto; per un Euro pagato in cantina, l’enoturista ne spende altri 4 nella stessa zona.