Senarum Vinea nasce l’archeologia del gusto
A Siena il censimento dei vigneti urbani rivela un pezzo di storia e diventa un libro curato dalle Città del Vino
Il progetto Senarum Vinea nasce qualche anno fa all’interno dell’Università di Siena con uno spiegamento di forze poderoso: botanica e ampelografia, genetica e biologia molecolare, archeologia, storia, storia dell’arte, informatica, museologia. Dall’esterno, un sostegno decisivo arriva dall’associazione Città del Vino presieduta da Gianpaolo Pioli e forte delle numerose pubblicazioni precedenti curate dal Professor Attilio Scienza e sul paesaggio del vino.
L’indagine parte dalle fonti storiche e prosegue con sopralluoghi che consentono di trovare numerosi vigneti urbani e tracciarne una mappa. Il passo successivo è l’identificazione dei vitigni presenti in questi vigneti: varietà sconosciute e locali minori: Gorgottesco, Tenerone, Salamanna, Occhio di pernice, Prugnolo gentile, Procanico, Sangiovese piccolo precoce. Ecco che da un’indagine apparentemente solo storica esce fuori la possibilità di salvare dall’estinzione delle varietà ormai rare. Da qui l’idea di creare un vitarium all’ Orto dè Pecci ( un angolo di medioevao sotto il Palazzo Pubblico nel cuore di Siena) e un vigneto in un’azienda custode, Castel di Pugna, una splendida proprietà sulle colline di Siena che organizza anche il convegno di presentazione. I vigneti sono affidati nelle mani di un agronomo super esperto Valerio Zorzi.