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Il turismo enogastronomico sorpassa l’arte

Nel 2017 il turismo enogastronomico in Italia raddoppia il business e segna 12 miliardi di Euro e 110 milioni di presenze. Ministro Centinaio vai avanti

turismo enogastronomico

turismo enogastronomico- Montalcino-Casanova-di-Neri

Di Donatella Cinelli Colombini

Il 57% dei turisti stranieri ha scelto di venire in Italia nel 2017 mosso dal desiderio di scoprire e gustare i sapori autentici del nostro Paese ma anche vedere i luoghi di produzione.
Dei numeri da capogiro per un segmento che, fino a pochi anni fa, veniva guardato dall’alto in basso dai direttori dei musei e gli organizzatori delle mostre. Invece è arrivato il sorpasso e la prosaica accoppiata cibo-vino ha superato la cultura e i monumenti come calamita turistica specialmente per i visitatori più danarosi.
Al Castello di Grinzane Cavour il primo Food & Wine Tourism Forum ha fatto il punto sulla capacità di attrazione di tutto quello che è buono e tipico: cucina, salumi formaggi … e naturalmente vini. Il risultato è il sorpasso: i piaceri della gola battono quelli della cultura. L’enogastronomia da sola muove 1 turista su 4 cioè il 22,3% degli italiani e il 29,9% degli stranieri.

Turismo-enogastronomico-Sasicaia-Mester-class

Turismo-enogastronomico-Sasicaia-Mester-class

Rispetto al 2010 è un salto in avanti enorme. In solo sette anni il giro d’affari enoturistico è passato da 2,5 miliardi di Euro a 12. Da 18 milioni di presenze (cioè di pernottamenti) siamo arrivati, nel 2017, a 110 milioni. Anche l’incidenza sulla spesa totale dei turisti è cambiata: era il 7,6% ed è arrivata al 15,1% dei consumi e dello shopping.
A questo punto i prodotti agricoli trasformati come vini, conserve, insaccati, formaggi …prodotti da forno e piatti di cucina tipica non potranno più essere tenuti nel sottoscala dell’offerta turistica .

Turismo enogastronomico nuova frontiera in Piemonte

I Cavalieri del Tartufo, l’Università Slow di Pollenzo con le Donne del vino, una spettacolosa cantina albergo, nel futuro del turismo enogastronomico

Turismo enogastronomico, Castello di Grinzane Cavour sede asta tartufo

Turismo enogastronomico, Castello di Grinzane Cavour sede asta tartufo

Di Donatella Cinelli Colombini
Seguitemi, vi sbalordirò!  E’ questo un Piemonte che non ti aspetti, quello più coraggioso, visionario, capace di mettere in tavola in osteria vini da milionari, di rilanciarsi nel mercato turistico come terra dei castelli e dei panorami vitati, un Piemonte di gente che lavora tanto con le mani e ha la laurea in tasca, un Piemonte che apre nuove frontiere nel turismo enogastronomico. Un Piemonte dove le Donne del vino sono protagoniste da oltre 25 anni.

Castello di Grinzane Cavour è il centro dei paesaggi dei vigneti piemontesi divenuti recentemente Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. E’ un maniero medioevale in mattoni rossi, dove Camillo Benso conte di Cavour, ventenne, fece i suoi primi passi come amministratore per poi diventare sindaco del paese più in basso; è proprio lui ad accoglierci all’ingresso e a condurci nella sala delle maschere dove Bianca Vetrino, Gran Maestro dell’Ordine del Tartufo e dei vini di Alba, mi nomina cavaliere onorario insieme a Jeannie Cho Lee primo Master of Wine

nuovi Cavalieri del Tartufo con il Gran Maestro Bianca Vetrino

nuovi Cavalieri del Tartufo con il Gran Maestro Bianca Vetrino

dell’Asia e ad altri 10 “postulanti” che rappresentano splendidamente il nuovo Piemonte multietnico, capace di fare dell’enogastronomia una bandiera e una calamita turistica ed economica. Colpisce la perfetta organizzazione della confraternita, che ogni anno organizza l’asta del tartufo e del castello che ospita anche un’enoteca, un centro di documentazione su vino e salute e un ristorante stellato Michelin.

Turismo enogastronomico nel castello di Grinzane Cavour

Turismo enogastronomico nel castello di Grinzane Cavour

Colpisce la capacità dei piemontesi di fare sistema con conferenze come quella della Master of Wine di Hong Kong, ospite dei Ceretto e trasformata in uno strumento di internazionalizzazione del territorio. Oltre alle notizie più note sulle potenzialità dell’export verso il gigante asiatico, Jeannie Cho Lee ci regala qualche curiosità <<attenzione alla traduzione del vostro nome in cinese, al possibile significato dei suoni e alla lunghezza. Ogni nome cinese è fatto solo di due fonemi e dunque bisogna accorciare i cognomi lunghi e possibilmente tradurli in parole che abbiano un senso per chi ascolta>> Questo si che è un consiglio utile!