PIWI I GRANDI VINI ITALIANI E LO CHAMPAGNE
In Francia lo Champagne fa da battistrada all’introduzione dei PIWI – viti resistenti ai funghi- e in Italia Attilio Scienza ci presenta il Piwi Sangiovese
Di Donatella Cinelli Colombini
Attilio Scienza, Ordinario di Viticoltura all’Università degli Studi di Milano e super esperto del vigneto Italia, spiega nel “Trebicchieri”, settimanale economico del Gambero Rosso, la situazione a 13 anni dall’iscrizione dei Piwi nel Registro nazionale delle varietà ammesse: << la coltivazione di questi vitigni resta ancora concentrata nel Triveneto e in Lombardia>>.
Mugugna il professore ma gioiscono gli scettici contrari al cambiamento e soprattutto all’utilizzo di organismi “modificati”.
Ma nel resto del mondo le cose non rimangono ferme. L’Unione Europea ha dato il suo via libera all’utilizzo dei vitigni resistenti nella produzione dei vini con denominazione. Infatti, come ha chiarito il Professor Cesare Intrieri << la nuova disposizione comunitaria stabilisce ora che la “denominazione di origine” serve a designare un vino ottenuto “da varietà di viti appartenenti alla specie Vitis vinifera o da un incrocio tra la specie Vitis vinifera e altre specie del genere Vitis”>>.