I politici “di vini” che ci piacciono
Il provvedimento sulla cultura, la tutela e la valorizzazione del vino proposto da Renato Brunetta è stato firmato da 109 deputati di tutti i partiti
Di Donatella Cinelli Colombini
Pochi argomenti riescono a mettere d’accordo i politici italiani che sembrano farsi la guerra su tutto persino dentro la stessa maggioranza e ancora peggio dentro lo stesso partito. Votate all’unanimità le norme del “codice rosso” sul contrasto alla violenza sulle donne come la “revenge porn” e gli sfregi. Ma c’è un altro argomento trasversale che riesce a aggregare consenso al di la degli schieramenti politici: il vino.
Renato Brunetta da ministro a produttore di vino
Esiste un intergruppo parlamentare dedicato proprio al vino che riunisce circa 100 deputati di tutti i gruppi
con lo scopo di <<promuovere l’attività enologica attraverso attività sistematiche che vedano crescere la collaborazioni fra istituzioni e imprese>> ha detto il promotore dell’iniziativa e ex ministro della Pubblica Amministrazione e Innovazione, Renato Brunetta.
Da qualche tempo Brunetta ha deciso di coltivare la vigna nella sua tenuta di Capizucchi nell’agro romano dove produce circa 100.000 bottiglie l’anno di Montepulciano-Cabernet Sauvignon e Malvasia del Lazio. Un’ attività per la quale <<si è indebitato fino ai capelli>> ma che ha comportato una svolta, anche psicologica, nella sua vita. Della serie meno economia- spread-rating-banche e più agroalimentare. Ecco che tre dei quattro disegni di legge presentati da Renato Brunetta in questa legislatura riguardano il vino. In particolare introducono l’insegnamento del vino e dell’agroalimentare nelle scuole come materia di educazione civica e sostengono la produzione enologica anche attraverso il contrasto alla contraffazione.