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GLI INNOVATORI DEL VINO ITALIANO 3

Più vado avanti nella ricerca dei 100 personaggi che hanno rivoluzionato il vino italiano, più mi rendo conto del valore del coraggio, del talento, di dare l’esempio

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Gino-Veronelli i personaggi che hanno rivoluzionato il vino italiano

di Donatella Cinelli Colombini #winedestination

A volte, il percorso professionale di queste persone visionarie, è giudicato da una scalata ambiziosa, perché, per cambiare le cose, serve anche un palcoscenico che renda visibile la nuova proposta. E non sempre è facile da conquistare questo palcoscenico. Anche quando non bisogna combattere, le contropartite sono pesanti come mi insegnò Sergio Zavoli <<il successo ha sempre un prezzo>> c’è chi viene tradito dalla moglie, chi ha i figli drogati, chi non ha amici e rimane da solo … il contesto sociale italiano non ammira chi riesce, come negli USA, ma lo invidia e a gode della sua rovina.
Strano posto questa nostra meravigliosa Italia!
Per questo forse, non c’è ancora una lista degli uomini e delle donne che hanno cambiato il mondo del vino ed io sto provando a raccogliere i loro profili con mezzi più che artigianali. Vi invito ad aiutarmi mandandomi nomi e 5 righe di spiegazione. Per arrivare a 100 profili ho bisogno di idee e suggerimenti donatella@cinellicolombini.it . Oggi vi propongo 5 profili che forse non vi aspettate, ma ognuno a suo modo, è un rivoluzionario.

Chef italiani nel mondo

Dalle osterie agli stellati tanti chef italiani all’estero. Alcuni sono “brand” e hanno catene di ristoranti col loro nome, altri sono solo bravissimi

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Di Donatella Cinelli Colombini

Quelli di cui tutti parlano sono Don Alfonso a Toronto, che è nel podio dei migliori ristoranti italiani nel mondo e 8½ di Umberto Bombana che dopo il primo locale tristellato Michelin di Hong Kong ha aperto a Shanghai e a Macao. Lo chef bergamasco, cresciuto professionalmente all’ombra dei Santin, è alla guida di una vera galassia di locali in Asia con sei ristoranti di cui l’ultimo è un piccolo locale cantonese nel cuore di Hong Kong <<il mio personale omaggio alla cucina cantonese>> ha dichiarato Umberto a “Panbianco Magazine Wine & Food” <<la dimostrazione che anche in un ristorante cinese posso esprimere la mia italianità>>.

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Giliberti-Morganti-CinelliColombini-Annie-Féolde -Enoteca-Pinchiorri

IL PRIMO STELLATO ITALIANO A ESPATRIARE E’ STATA L’ENOTECA PINCHIORRI

Tuttavia il pioniere fra gli stellati “da esportazione” è stata l’Enoteca Pinchiorri che aprì a Tokyo nel 1992 e poi in altre città del Giappone fino al locale di Nagoya del 2008. Annie Féolde e Giorgio Pinchiorri hanno un ristorante anche a Dubai, città dove lavora anche la mia amica Beatrice Segoni, la chef che preparò il pranzo di nozze di Violante ed Enrico.
Ovviamente l’Asia è un terreno fertile per i nostri migliori talenti dei fornelli, perché la qualità delle materie prime italiane e la reputazione della nostra gastronomia, sono forti. Vediamo infatti come Enrico Bartolini sta per bissare a Honk Kong con due locali improntati alla tradizione italiana. La famiglia Carea ha portato il brand “Da Vittorio” a Shanghai ottenendo subito alle due stelle Michelin, come (del resto) nel suo locale di St.Moritz. E siccome l’appetito vien mangiando i formidabili Carea stanno per aprire a Macao e un bistrot dentro il museo di arte contemporanea di Shanghai.

Il volto del vino di Davide d’Alterio e Federico Gagliarde

Davide d’Alterio il sommelier dell’Enoteca Pinchiorri che usa il web per mostrare il volto del vino cioè le persone protagoniste dei terroir

 

Di Donatella Cinelli Colombini

 

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Davide-d’Alterio-il-volto-del-vino

Davide d’Alterio è uno dei sommelier italiani più bravi, nel 2017 ha vinto il titolo di miglior sommelier toscano con una sfida al vertice visto che questa regione conquista quasi sempre il podio nazionale. E’ dunque uno su cui puntare per conquistare il titolo mondiale ASI, l’olimpiade dei sommelier, che da troppi anni ci vede assenti. Nell’edizione 2019 vinta del 27enne tedesco Marc Almert nessun italiano è arrivato in semifinale.

 

DAVIDE D’ALTERIO ALL’ENOTECA PINCHIORRI

Davide d’Alterio lavora all’Enoteca Pinchiorri tre stelle Michelin e luogo cult del jet set del vino. Ha dunque l’opportunità di assaggiare le bottiglie più prestigiose e costose di tutto il mondo commentandole con grandi collezionisti e veri esperti internazionali. << Il livello di questo ambiente è altissimo e sperimento subito che, nonostante la mia preparazione sia di tutto rispetto, non ci sono limiti alla quantità di cose che si possono apprendere in un solo giorno>> racconta Davide del suo lavoro da Pinchiorri che lo carica di entusiasmo, <<la mia voglia di migliorare cresce sempre di più, di pari passo con gli stimoli che questo luogo mistico riesce a trasmettermi in ogni momento>>. Ed ecco che la sua foto nell’home page della pagina Facebook ce lo mostra con le bottiglie vuote di Romanée Conti, Petrus e Yquem dopo il servizio.

 

Master-del-Sangiovese-2020-il-vincitore-Davide-d'Alterio

Master-del-Sangiovese-2020-il-vincitore-Davide-d’Alterio

UN SOMMELIER CHE ASSAGGIA VINI DI TUTTO IL MONDO MA E’ CAMPIONE SUL SANGIOVESE

Per questo, penso a Davide d’Alterio come a un futuro possibile campione internazionale, perché non è afflitto da quel provincialismo enologico che, purtroppo, caratterizza una larga fetta dei sommelier nostrani ma contemporaneamente non è snob e neanche esterofilo. Nel 2019 ha vinto il Master del Sangiovese e ha costruito il suo spazio on line insieme a Federico Gagliarde per mostrare il lato umano dei terroir battezzandolo “Il volto del vino”.

Quali vini servono i ristoranti stellati italiani?

Prima di tutti il Barolo e secondi, a pari merito, Brunello e Amarone. L’indagine svolta da WineMonitor/Nomisma per il Consorzio della Valpolicella  
Di Donatella Cinelli Colombini

sassicaia_la_perla Stua de Michil, Corvara (BZ)

sassicaia_la_perla Stua de Michil, Corvara (BZ)

I VINI PIU’ PRESENTI

L’indagine ha riguardato 96 ristoranti stellati italiani cioè i luoghi cult dell’alta cucina nel nostro Paese e ha rivelato che il Barolo regna sul gradino più alto del podio. Tuttavia quasi nove volte su dieci nella carta dei vini ci sono anche Brunello di Montalcino e Amarone della Valpolicella. Queste tre denominazioni sono dunque dei must per i ristoranti di alto livello. Non averli è come mancare di qualcosa.

La Pergola Cellars Marco Reitano

La Pergola Cellars Marco Reitano

Per noi produttori di Montalcino si tratta di un’ottima notizia, che ribadisce, ancora una volta il prestigio dei nostri vini e il loro perfetto abbinarsi ai luoghi più esclusivi della gastronomia.

TANTI VINI E POCHI SOMMELIER

Nei ristoranti stellati Michelin la carta dei vini supera sempre le 300 etichette ma spesso, soprattutto al Sud manca un sommelier ad assistere i clienti nella scelta. Una circostanza abbastanza sorprendente soprattutto in regioni, come la Sicilia, dove è avvenuta una grande crescita qualitativa della ristorazione negli ultimi anni. Ebbene solo 10 sommelier lavorano stabilmente fra i tavoli della migliore ristorazione siciliana e tre sono tutti insieme in un locale che non ha stelle.

Come trasformarsi da wine lover in professionista

Prima di tutto diventa Sommelier secondo vai a lavorare in un posto dove puoi assaggiare grandi vini e ascoltare le opinioni di veri esperti e poi buttati

SWE- corso da Sommelier

SWE- corso da Sommelier

Letto per voi da Donatella Cinelli Colombini

I costi ci sono ma non sono enormi se c’è anche una vera passione per il vino, un buon talento e la ferma volontà di trasformare questa passione in un’attività di successo.  Infatti l’unico vero investimento è il corso AIS, FISAR, ONAV, FIS, ASPI …. Con il diploma da Sommelier in tasca è possibile fare i passi successivi. In Italia il pezzo di carta conta e quindi questo primo scalino va fatto e pagato.

 

FORMAZIONE ALL’ESTERO

Andare all’estero non fa risparmiare, i primi passi costano anche fuori dal nostro Paese. In Europa ci sono associazioni di Sommelier quasi ovunque collegate al circuito ASI e organizzano periodicamente corsi simili a quelli italiani. In Gran Bretagna c’è la prestigiosissima House of Master of Wine, il sogno di ogni wine lover. Propone corsi di livello molto alto e non certo da debuttanti, per fare i primi passi meglio la WSET Wine and Spirit Education Trust dove ha studiato anche la cognata reale Pippa Middleton. Dunque oltre che avere buoni docenti ha anche studenti di alto livello! In USA è possibile indirizzare la propria formazione fin dall’inizio in base al lavoro che si ha intenzione di fare: Master Sommeliers per chi vuol operare nella ristorazione, WSET  più adatto per chi vuole lavorare da importatori o commercianti, SWE Society of Wine Educators che  forma i futuri docenti.