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Il vino in casa invecchia prima

L’invecchiamento del vino tenuto in casa è 4 volte più veloce che in cantina. Questa la scoperta della Fondazione Edmund Mach –Istituto di San Michele all’Adige

Di Donatella Cinelli Colombini

Infernotto del Brunello di Donatella Cinelli Colombini

Infernotto del Brunello di Donatella Cinelli Colombini

Il maggior centro di ricerca enologica italiano, conferma quello che i produttori di vini a grande invecchiamento sapevano per esperienza diretta: la conservazione domestica è un autentico killer per il vino. E infatti le parole del Professor Fulvio Mattiviautore della ricerca pubblicata su “Metabolomics” non lasciano spazio a dubbi <<Sei mesi in appartamento fanno raggiungere al vino una età chimica che corrisponde ad un affinamento di due anni nelle condizioni ideali di cantina>>.
Alla fine è sempre valido il consiglio che mio nonno Giovanni Colombini dava ai clienti del suo Brunello <<il vino è fatto per essere bevuto non guardato>>.

La disfida del puro Sangiovese va in scena a Montalcino

Nessuno prima del Brunello aveva tentato di certificare la tipologia e la zona d’ origine dell’uva usata per il vino ma a Montalcino ci sono riusciti

Tracciabilità del Sangiovese

Tracciabilità del Sangiovese

Un convegno, il 24 maggio dalle 9,30, nel teatro di Montalcino, metterà fine a una polemica durata 4 anni fra chi sostiene che il DNA è il sistema migliore per accertare se il Brunello è fatto con 100% Sangiovese e chi invece, come il  Consorzio del Brunello, ha puntato sugli antociani per avere la stessa certificazione.

Nel rispetto di tutta la ricerca scientifica, al convegno verranno presentati entrambi gli studi. La Dottoressa Vignani, maggiore sostenitrice dell’indagine fatta con il DNA, confronterà il suo metodo con quello dell’equipe della fondazione Edmund Mach – Istituto di San Michele all’Adige guidata dal Professor Fulvio Mattivi che ha sviluppato il profilo antocianico del Brunello per conto del Consorzio.

Un confronto leale sul piano scientifico che speriamo metterà fine a un lungo scontro dove non sono mancate le accuse. In qualche blog serpeggiava il sospetto che il Consorzio non volesse un sistema capace di rivelare l’uva usata per il Brunello. Invece la dirigenza del Brunello questo sistema lo ha cercato con decisione e lo ha trovato.