Gli armadi che uccidono il vino
Chi ama i grandi vini deve usare calici assolutamente inodori: diffidare di mobili antichi, scatole di cartone e detersivi possono contaminare bicchieri e vino
Di Donatella Cinelli Colombini
Chi, come me, adora i mobili di grande antiquariato e contemporaneamente i grandi vini si trova spesso a scegliere fra l’uno e l’altro. Infatti le credenze in legno con due o trecento anni di età hanno spesso subito trattamenti antitarlo, oppure piccoli restauri con l’uso di prodotti a base di cloro, in altri casi hanno trascorso decine d’anni in luoghi umidi dove si sono sviluppate muffe – il fungo armillaria mellea – il cui metabolismo produce TCA. Le cause posso essere diverse ma il risultato è sempre lo stesso: i cristalli conservati all’interno di questi mobili rovinano il vino. Portando al naso il calice vuoto, esso risulta inodore ma versandoci dentro il vino sprigiona un fortissimo e devastante odore di tappo rovinando anche il più meraviglioso nettare di bacco. Si tratta del TCA tricloroanisolo un inibitore dell’olfatto che agisce sulle cellule nervose per cui l’unica percezione è uno sgradevolissimo odore di medicinale, tintura di iodio. Non basta avvinare i bicchieri per risolvere il problema, bisogna lavarli con il detersivo. Ma c’è di più: l’inquinamento è velocissimo, bastano pochi giorni per inquinare i bicchieri. Spostando i calici in un altro armadio appestano tutti quelli che ci sono dentro come in una specie di contagio a catena.
COSA CONTAMINA I PROFUMI DEL VINO
I mobili antichi non sono i soli killer dei profumi del vino, anche le scatole di cartone trasmettono al cristallo delle puzzette sgradevoli. Sono quegli odorini di panno fradicio e di chiuso che, spesso, sovrastano l’aroma del vino.
Per chi, come me, dedica la sua vita alla vigna e alla cantina è quasi un oltraggio. Ma come si fa a rovinare il lavoro appassionato dei produttori con dei bicchieri che puzzano?