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Verdicchio d’Oro a Donatella Cinelli Colombini

Staffolo 56° edizione del Premio Verdicchio d’Oro a Donatella Cinelli Colombini, Maurizio Oliviero Rettore dell’Università di Perugia e l’enologo Giancarlo Soverchia

 

Staffolo

Staffolo

di Donatella Cinelli Colombini

L’iniziativa si svolge nel borgo medioevale di Staffolo, ed è organizzata dal Comune, in collaborazione con l’Accademia italiana della cucina, quella dei Georgofili (sezione centro-est) e con il patrocinio del Consiglio Regionale delle Marche. Un programma di due giorni che permette di assaporare l’ospitalità marchigiana e i meravigliosi Verdicchio di questa terra. L’accoglienza da parte del vulcanico sindaco Sauro Ragni e di Sandro Marani dell’Accademia Italiana della Cucina, avviene infatti nell’Enoteca comunale con degustazione delle eccellenze marchigiane fra cui lo strepitoso ciauscolo. A seguire, nella Sala Cotini spazio a ‘Wine & Fashion’, con il tenore David Mazzoni come ospite d’onore. Uno spettacolo dal sapore antico che valorizza l’artigianalità e la creatività della popolazione locale. Altre piccole perle sono il gruppo folcloristico e la banda di Staffolo specchio di una comunità coesa e legata alle tradizioni.

 

PREMIO VERDICCHIO D’ORO A STAFFOLO

Staffolo-Premio-Verdicchio-d'Oro

Staffolo-Premio-Verdicchio-d’Oro

Il clou della festa è stato il convegno “L’uomo e il vino” nella Collegiata di San Francesco seguita dalla consegna del Premio Nazionale di Cultura Enogastronomica ‘Verdicchio d’Oro’ che viene assegnato a chi si è distinto nella promozione e valorizzazione della cultura enogastronomica italiana. Nel 2021, insieme a me come presidente delle Donne del Vino, sono stati premiati Maurizio Oliviero, Rettore dell’Università di Perugia; a Giancarlo Soverchia, agronomo ed enologo. A completare la festa, la Delegata Daniela Sorana e Nazzarena Ceci Togni  erano presenti con un gruppo di Donne del Vino delle Marche.

 

STAFFOLO UN PICCOLO LUOGO CON UNA GRANDE STORIA

Staffolo è un piccolo borgo con una grande storia che inizia nel paleolitico. L’abitato attuale, in cima a un colle, con case in mattoni strette le une alle altre, lungo strettissime stradine, deriva da un pagus romano ma deve il suo nome ai longobardi che lo chiamarono Staffil (dal germanico stab = bastone). La storia del luogo è un susseguirsi di guerre, saccheggi, lotte signorili e persino una strage da cui sopravvissero solo i giovani più forti e le donne “che apparenza aveano” e forse potevano essere venduti come servi o schiavi. Non meraviglia quindi che, ancora oggi, Staffolo abbia l’apparenza di un torrione fortificato con enormi mura in mattoni.

Il futuro del vino è rosa per WineMonitor di Nomisma

Rosè, biologico, vini premium, enoturismo ecco in trend del vino italiano raccontati da WineMonitor di Nomisma oltre alle bollicine regine dell’export

Nomisma-WineMonitor ai Georgofili

Nomisma-WineMonitor ai Georgofili

Di Donatella Cinelli Colombini, Brunello, Casato Prime Donne

Georgofili, la più antica istituzione del mondo dedicata all’agricoltura, fondata nel 1753, quasi un tempio dedicato allo studio di agricoltura, ambiente e alimenti. Parlare in un posto simile è un privilegio e mette soggezione anche perché i relatori siedono in un alto banco che somiglia a quello di un rettorato universitario. Mi sento privilegiata e emozionata.
L’incontro è organizzato da Silvana Ballotta la vulcanica CEO di Business Strategies, che è sempre un passo avanti a tutti in materia di export e mercati mondiali. Accanto a me siedono Lamberto Frescobaldi, Guido Folonari e Sergio Zingarelli pronti a commentare il libro Wine Marketing che viene presentato dal suo autore Denis Pantini responsabile Nomisma WineMonitor. Un volume che contiene dati su produzione consumi e export di vino oltre a un elenco di 125 pagine con i principali importatori in

LambertoFrescobaldi-GuidoFolonari,-SilvanaBallotta

LambertoFrescobaldi-GuidoFolonari,-SilvanaBallotta

Europa e Stati Uniti curato da Agra Editrice (che è anche l’editore dei miei manuali).
Dall’incontro emergono spunti nuovi e, in certi casi persino inaspettati soprattutto nel focus sulla Toscana. Le esportazioni sono letteralmente trascinate dal Prosecco, le bollicine segnano infatti un + 240% negli ultimi 10 anni contro un + 56% dei vini rossi. I prezzi medi all’export sono sempre stati la nota dolente delle bottiglie tricolori ecco che se la Nuova Zelanda vende a 4,9 € al litro i bianchi ed a 7,31€ i rossi, noi italiani, nel 2017 abbiamo fatturato rispettivamente a 2,8€ e 4,37€ il litro. Tuttavia stiamo migliorando, negli scorsi 5 anni, l’aumento medio dei prezzi è stato positivo: uno spettacoloso +36% in Piemonte e un buon + 24% in Toscana. C’è tuttavia una nota dolente: nello stesso arco di anni i volumi sono cresciuti in Piemonte del 6% e calati in Toscana del 12%.