Siena vuol davvero perdere anche l’Enoteca Italiana?
Dopo aver perso la Mostra mercato che è diventata Vinitaly e l’Accademia della vite e del vino, farà la stessa fine anche l’Enoteca Italiana?
Visto per voi da Donatella Cinelli Colombini
La Siena del vino perde uno dopo l’altro i suoi gioielli: nel 1933 aveva creato una Mostra Mercato Nazionale dei Vini Tipici che richiamava oltre 100.000 persone all’anno e l’ha vista emigrare a Verona e trasformarsi nell’attuale Vinitaly. Una quindicina d’anni fa anche l’Accademia della Vite e del Vino, i più prestigioso sodalizio di accademici e professionisti del mondo del vino, è emigrato a Verona nell’indifferenza delle istituzioni locali. Ricordo che il mio ufficio, al Comune di Siena, era arredato con il tavolo e le sedie dell’Accademia che erano troppo grandi per la nuova sede.
Ora la stessa indifferenza colpisce l’Enoteca Italiana. Eppure fuori di Siena l’atteggiamento è tutt’altro: Domenico Zonin, nelle sue prime dichiarazioni dopo la rielezione a Presidente dell’ UIV– Unione Italiana Vini- ha ribadito il ruolo dell’Enoteca nella promozione del vino italiano nel mondo. Piero Antinori (Istituto Grandi Marchi) e l’altro grande aggregato di brand enologici – l’Italia del Vino – presieduto da Ettore Nicoletto, hanno stretto un accordo per realizzare un progetto da 4,5 milioni di Euro in Cina di cui Enoteca sarà fra gli attuatori.