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Italia dei raccomandati che punisce i talenti

Il caso di Linda Laura Sabbadini come simbolo di un Paese dove la carriera è fatta sulla fedeltà ai potenti e non sul merito

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Di Donatella Cinelli Colombini

Robert Engle l’economista e statistico premio Nobel 2003 mi disse << ci sono troppi raccomandati, un Paese che non premia il talento non ce la può fare>> e purtroppo la sua dura diagnosi sull’Italia, detta sorseggiando un caffè in Piazza del Campo a Siena , nel 2009, si è rivelata esatta.
Le conferme sono nella difficoltà ad uscire dalla crisi ma soprattutto nella fuga dei cervelli.
Mauro Castelli ha 31 anni vive a Lisbona dove si è trasferito dopo il dottorato di ricerca sull’ dell’intelligenza artificiale all’Universitá di Milano Bicocca. <<Tornerebbe in Italia ?>> gli hanno chiesto da “Il Giornale” e lui ha risposto di no << A differenza dell’Italia, qui in Portogallo, se hai del talento prima o poi emergi e il tuo valore viene

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riconosciuto>>.
E’ questo il guaio, ha ragione Engle, l’Italia spreca il suo capitale umano. Una situazione visibile da Sud a Nord nelle università come nella politica. E infatti l’Human capital Index 2016 presentato al World economic forum ci mette al 34° posto mentre in testa ci sono Finlandia, Norvegia, Svizzera, Giappone, Svezia, Nuova Zelanda, Olanda, Canada … Paesi dove non ci sono poveri perché tutto funziona.
Tra le nazioni industrializzate siamo penultimi. Una situazione sconfortante che penalizza soprattutto i giovani ma non solo loro.