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GLI INNOVATORI DEL VINO ITALIANO 4

HO TROVATO UNA FOTOGRAFIA DI CINQUANT’ANNI FA CHE RITRAE UN GRUPPO DI PRODUTTORI CHE GIA’ A QUELL’EPOCA ERANO CONSIDERATI DEI PIONIERI INNOVATORI DEL VINO ITALIANO

Di Donatella Cinelli Colombini, #winedestination

 

 

Sapevano di essere dei pionieri ed erano mossi da un grande entusiasmo nel creare un nuovo scenario per il vino italiano. La cosa bella è che, anche grazie a Gino Veronelli, questi uomini straordinari fecero una parte di cammino insieme. Nella foto ci sono: Bruno Ceretto, Piero Antinori, Giacomo Bologna (Braida), Maurizio Zanella (Ca’ del Bosco), Mario Schiopetto, Franco Biondi Santi, Marcello Ceretto, Jacopo Biondi Santi, Nicolò Incisa della Rocchetta (Sassicaia)e Angelo Gaja. Qui di seguito, tratteggerò un breve profilo di quelli che non ho ancora descritto aggiungendo Bepi Quintarelli che, pur interpretando il suo ruolo di innovatore in modo diverso dagli altri, ha sicuramente tracciato un nuovo futuro per l’Amarone.

 

 

MARIO SCHIOPETTO IL PIONIERE DEL VINO FRIULANO

L’ho conosciuto dopo che la sua salute era stata compromessa da un grave incidente stradale.

L’inarrestabile successo del Sassicaia

Dopo il I° posto nella classifica dei TOP 100 di Wine Spectator arrivano i 100 centesimi di Robert Parker. La stella di San Guido brilla sempre più forte

Sassicaia

Sassicaia

Di Donatella Cinelli Colombini
Oltre che bravissimi sono gentili, non si danno arie, anzi vestono, parlano e si comportano con estrema semplicità e riservatezza, da autentici aristocratici.
E’ proprio questa austerità elegantissima in ogni particolare ma manca la più lieve traccia di ostentazione, che fa impazzire i competitori <<ma come fanno ad avere tutto quel successo senza fare assolutamente niente>>, è il commento sbalordito di tutti gli altri. Un pizzico di invidia e la parola niente che racchiude tante cose: niente sgomitamenti alla ricerca dei riflettori, niente eventi faraonici, niente libri autocelebrativi, niente sovraesposizione mediatica delle bottiglie e delle persone …. La cosa grande è solo l’incremento di valore delle bottiglie che è stato evidenziato da Liv-ex  il portale del vino di lusso. Una crescita che, negli anni recenti, ha avuto performance superiori anche ai maggiori chateau francesi.

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Sassicaia-Priscilla-Incisa-della-Rocchetta-con-l’Académie-internationale-du-vinfrancesi.

TENUTA SAN GUIDO A BOLGHERI

La tenuta in cui nasce il vino Sassicaia è un luogo leggendario per tanti motivi. C’è la fila dei cipressi cantato dal Premio Nobel della letteratura Giosuè Carducci “, che a Bólgheri alti e schietti van da San Guido in duplice filar, quasi in corsa giganti giovinetti”.
C’è la scuderia della Razza Dormello Olgiata, quella del super cavallo Ribot, uno dei più prodigiosi campioni di galoppo di tutti i tempi.
C’è la prima oasi naturalistica italiana creata da Mario Incisa della Rocchetta che fu anche primo presidente del WWF.
In questa sequenza di eccellenze c’è il vino che per primo riuscì a battere le bottiglie francesi sfidandole con il loro vitigno principe, il Cabernet Sauvignon. Era il 1978, a Londra, il critico Hugh Johnson all’epoca senza rivali per notorietà e autorevolezza organizzò, per la rivista “Decanter” la degustazione bendata dei 33 migliori Cabernet Sauvignon del mondo e, a sorpresa, Sassicaia 1975 vinse.

Vino e cavalli

Vino e cavalli intreccio magico: Incisa della Rocchetta, Sassicaia e il cavallo Ribot, Gianfranco Fino, Es e il cavallo Bruno che lavora nei suoi vigneti

Vino-e-cavalli- Mario-Incisa-della-Rocchetta-Ribot

Vino-e-cavalli- Mario-Incisa-della-Rocchetta-Ribot

Di Donatella Cinelli Colombini, agriturismo in Toscana, Fattoria del Colle

Vino e cavalli è un binomio di enorme fascino.
I più famosi sono i Marchesi Incisa della Rocchetta che oltre al Sassicaia possono vantare il cavallo Ribot della Razza Dormiello Olgiata. “Il migliore cavallo del Secolo” come lo definì la stampa internazionale dopo aver stravinto ad Ascot davanti a 100.000 spettatori sbalorditi dalla sua potenza. Ancora oggi i visitatori della celebre Tenuta San Guido di Bolgheri vedono sfrecciare i purosangue sull’anello di tufo in mezzo ai vigneti. Così come non è raro vedere il Marchese Nicolò Incisa della Rocchetta intento nella lettura di riviste di ippica.

Vino-e-cavalli-Bruno-vigneti-Gianfranco-Fino

Vino-e-cavalli-Bruno-vigneti-Gianfranco-Fino

Ma non è l’unico caso di purosangue da gran premio appartenenti a produttori di vino o di cavalli con nomi di vini: Sangiovese, Merlot, Negramaro, Gutturnio senza dimenticare campioni come Bricco Uccellone. La tenuta Braida del compianto Giacomo Bologna ha una lunga storia di vino e cavalli. Luciana Rota, in un delizioso articolo de “Il Sommelier” si è divertita a cercare le assonanze virtuose.
Tignanello e Ornellaia sono anche i nomi di cavalli che negli anni ‘80 correvano vittoriosamente.
Fra le famiglie di produttori di vino allevatori di cavalli da corsa ci sono i Rocca che coltivano questa doppia passione dal 1880. Loro sono Shiraz Roc e la baia di tre anni United Roc che sta mietendo successi. Ancora famiglie di allevatori vignaioli sono i Pacelli con Laura e Carla nelle colline di Cosenza.