IL VINO ITALIANO E I SOCIAL MEDIA
Se dovessimo riassumere in una frase il rapporto fra le cantine italiane e i social suonerebbe così <<vorrei ma non posso>> ma fanno comunque meglio dei consorzi
di Donatella Cinelli Colombini
Le cantine italiane sono consapevoli dei vantaggi offerti dai social media ma non li usano a pieno. Questo vale per il vino ma anche per il turismo del vino come ha mostrato un’indagine di ResearchGate su 20 cantine delle Langhe.
I PRODUTTORI CONOSCONO IL POTENZIALE DEI SOCIAL ANCHE SE NON LO USANO A PIENO
A fronte di questa circostanza va detto che i produttori sono tanti, forse troppi per riuscire a mettere in campo grandi investimenti e piani di comunicazione social paragonabili a quelli, ad esempio, delle case di moda. Il vino è infatti uno dei settori produttivi più frammentati e con più players nel mondo. Infatti accanto alle cantine, online ci sono i critici, i rivenditori, i consorzi … Andando più a fondo si scopre, tuttavia, che le cantine sono insieme ai retailers quelli che se la cavano meglio online. L’indagine di Wine Opinions . che ha chiesto a un campione di wine lovers USA quali pagine del vino seguissero ha infatti rivelato che sia le associazioni di territorio cioè i consorzi, che i critici del vino erano in fondo alla lista. Circostanza che potrebbe dipendere dagli investimenti pubblicitari nettamente superiori di portali commerciali e cantine.