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WINE GINI la TOP influencer su Instagram

Georgia Panagapoulou, meglio nota come Wine Gini, è fra i primi cinque wine influencer del mondo con 108.000 followers su Instagram ed è simpaticissima

 

Wine influencer WineGini

Wine influencer WineGini

di Donatella Cinelli Colombini

Il suo vero nome à Georgia Panagapoulou ed è nata ad Atene, ha una cultura multiforme – ingegneria chimica, management, comunicazione digitale, esperta di vino con un diploma Wset L3. Ha girato per 30 Paesi del mondo e nel 2018 era in Nuova Zelanda ma ora le classifiche mondiali dei TOP Instagram wine influencer, dove compare sempre fra i primi cinque, la collocano a Verona in Italia.
E’, insomma, una influencer e una instagramer di prima grandezza nel mondo, con uno stile tutto suo ed una capacità di dialogo con i giovani wine lovers che lascia incantati. Ha la leggerezza di una fatina!

Io l’ho conosciuta qualche anno fa perchè ha frequentato, in anni diversi, lo stesso Master OIV, che ha fatto mia figlia Violante e durante la visita in Italia dei corsisti è venuta alla Fattoria del Colle. Già allora Georgia aveva qualcosa di speciale.

 

WINE GINI, UN TOCCO DI MAGIA NELLA COMUNICAZIONE DIGITALE

Il suo grande sogno è di creare un ponte fra il vino e il mondo digitale. Nei suoi social offre vere wine experiences con descrizioni accurate di quello che vede e che assaggia cogliendo sempre qualcosa di inaspettato e divertente. Secondo lei <<con il nostro atteggiamento troppo serio, scoraggiamo i nuovi amanti del vino dall’essere iniziati a questo magico universo. Il vino è bello, il vino è sexy, il vino è divertente. Poi ho fatto un sogno: far sì che i millennials abbraccino il vino con la loro personalità, scoprendo il proprio gusto senza mai sentirsi giudicati. Siamo nati per essere vino!>> ha detto a Eleonora Galimberti di Enogallery.

Wine instagramer - WineGini

Wine instagramer – WineGini

 

I CONSIGLI DI WINE GINI A CHI VUOLE DIVENTARE WINE INFLUENCER

Ma le perle di saggezza che insegnano ad arrivare al successo internazionale fra i wine influencer sono in un’intervista a crushatsocial.com e sono un condensato di verità che ogni blogger o instagramer dovrebbe tenere bene a mente:

1. Puoi essere quello che vuoi essere se lavori duro e sei guidato dalla passione;

2. Ci sono MOLTE prove, errori, pratica e coerenza: non arrenderti;

3. Distinguiti dagli altri blog e account Instagram;

4. Sii te stesso: è un modo unico per distinguerti dalla massa in modo organico;

5. Divertiti, ecco di cosa parla la vita;

6. Umanizza i tuoi contenuti: dì la tua verità, condividi il tuo viaggio, la tua storia e gli errori;

7. Crea connessioni reali e preziose: l’industria del vino si basa sulle relazioni.

 

 Chi seguire per diventare bravi del vino on line

I più bravi del vino on line  sono Veuve Clicquot, Consorzio della Vernaccia di San Gimignano e del Chianti, Dievole, Frescobaldi, Pasqua e San Mattia

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Di Donatella Cinelli Colombini

Il panorama generale delle cantine italiane on line è deludente. Stevie Kim Managing director di Vinitaly International ha raccontato a “Pambianco Wine&Food che otto anni fa in occasione di Opera Wine alcune delle 100 cantine più gettonate nel mercato americano selezionate da Wine Spectator <<non avevano nemmeno la posta elettronica, comunicavamo solo con il fax. Così per spronarle all’uso del digitale e dei social, abbiamo chiesto agli operatori di twittare il loro vino preferito alla manifestazione. Di conseguenza le aziende sono state spronate ad aprire, a loro volta, un account Twitter…>>

VINO ON LINE , I PIU’ BRAVI SONO I CONSORZI DELLA VERNACCIA E DEL CHIANTI

Grazie anche a questi stimoli la situazione è migliorata e ci sono anche dei buoni esempi. Primi fra tutti i consorzi e soprattutto quelli toscani della Vernaccia e del Chianti. Quest’ultimo attraverso ChiantiLovers ha aperto un dialogo con i consumatori coinvolgendoli nelle anteprime e dialogando on line.

CANTINE BRAVE ON LINE: VEUVE CLICQUOT, DIEVOLE, FRESCOBALDI E PASQUA

L’esempio migliore fra le cantine è Veuve Clicquot, lo Champagne che nella multinazionale del lusso LVMH guarda maggiormente ai giovani, al

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consumo modaiolo e festaiolo. La tecnica usata dai comunicatori della celebre vedova è quella “glocal” come spiega Sabrina Nunziata <<In Italia, per esempio … comunica con la nostra lingua e racconta di realtà ed eventi territoriali, creando in questo modo maggiore engagement con il pubblico>>.

PODCAST E VIDEO DEL VINO ON LINE

Il video sono uno strumento di enorme efficacia. Fra quelli che li usano meglio Dievole ( che sta puntando sulle immagini Instagram dirette ai consumatori del lusso in generale) e Frescobaldi. Ha un successo crescente il podcast cioè i documenti sonori trasmessi in streaming. L’esempio migliore è Monty Waldin con il suo Italian Wine Podcast dove i contenuti più coinvolgenti in lingua inglese hanno un successo enorme e internazionale. 

Podcast lo storytelling on line

Video e podcast -documenti sonori trasmessi on line sono una nuova opportunità per raccontarsi e incrementare il turismo del vino

Italian-wine-Podcast

Italian-wine-Podcast

Di Donatella Cinelli Colombini

Podcast, lo storytelling  streaming legato al vino arriva in Italia con Monty Wallin e apre nuovi orizzonti alla comunicazione e dell’enoturismo.
Durante Wine2wine 2018 a Verona “Italian Wine Podcast”, “Vinepair” e “The Uk wine show” hanno presentato testimonianze sonore o video legate al vino e diffusi in streaming. Un modo di raccontare accessibile nei costi e diffuso con le stesse tecnologie che permettono di ascoltare la musica sullo smartphone o in altro dispositivo. Ovviamente quello che conta sono i contenuti, il target di riferimento e la lingua utilizzata.

ITALIAN WINE PODCAST

WineSpectator-video-contest-The-soul-of-Barolo

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Finora i podcast sono stati usati per generare traffico nei siti. Non vivono quasi mai di vita propria ma piuttosto per arricchire i contenuti e per creare un rapporto più diretto fra il produttore e i suoi wine lovers. Per le cantine il podcast, ha spiegato Monty Waldin, autore di Italian Wine Podcast a WineMeridian <<non può essere l’unico mezzo, ma deve essere inserito in un corretto marketing mix. Oltre ad avere qualcosa di interessante da dire, ci vogliono le persone giuste, altrimenti si rischia di risultare davvero noiosi. Sarebbe bello poter ascoltare qualcuno che, in modo accattivante, racconta della cantina, delle vigne, delle scelte che vengono fatte riguardo ai vini (per esempio perchè si utilizza un tipo di tappo o bottiglia oppure come è andata la vendemmia…), degli eventi a cui si parteciperà, di aggiornamenti sulla presenza nei mercati. Non c’è alcun limite>>.
Monty Waldin ha spiegato che la maggior parte degli utenti ascoltano i suoi
podcast nel viaggio casa-lavoro. Le preferite sono le storie delle piccole cantine familiari e la maggior parte degli ascoltatori sono americani: New York, Los Angeles e San Francisco.