Vino italiano in Usa: farlo assaggiare e usare il web
Degustazioni, zona di origine, consigli dei famigliari decisivi nella decisione di acquisto in USA ma per vendere serve lo storytelling e l’uso di internet
Di Donatella Cinelli Colombini, Toscana, Montalcino, Casato Prime Donne
L’Italian wine week a New York è un momento di assaggi e incontri ma anche di riflessioni. In quella occasione Vinitaly ha presentato, un’indagine commissionata a “Wine Opinions” e realizzata su un campione di 1463 intervistati. Nella fascia fra i 10 e i 12 Dollari a bottiglia il preferito è italiano, per vini più cari la prima scelta è invece francese. Allo stesso modo il cliente USA sceglie il vino italiano a bicchiere nella fascia 10-15$. C’è quindi la convinzione di un rapporto imbattibile qualità prezzo dei nostri prodotti di costo medio mentre salendo i cugini d’oltralpe riprendono il sopravvento anche se le nostre bottiglie stanno su un fortissimo secondo posto.
Se andiamo a vedere le tipologie prescelte troviamo Pinot Grigio 68% , Chianti 67%, Prosecco e Chianti Classico 64% con un’estrema difficoltà nel distinguere le due tipologie toscane.
Dall’indagine emerge anche lo strapotere del web nell’influenzare le opinioni di acquisto e della debolezza delle cantine italiane nella comunicazione on line in inglese. Ci sono enormi margini di miglioramento in questo settore ma occorre sbrigarsi. Facebook è quello più utilizzato (45%), seguito da Instagram (17%), Vivino (15%), Pinterest (12%), Twitter (11%) e YouTube (9%). Se guardiamo solo chi ha meno di 40 anni Istagram raddoppia.
Imparare a raccontarsi per rimanere ben fissi nella mente dei consumatori diventa indispensabile anche perché la storia è 22 volte più memorizzabile di un fatto puro e semplice.