Dopo Parker in Australia e fra i wine critics
C’è chi celebra il vino dopo Parker con grida di gioia e chi continua a essere influenzato dal grande Robert ma oggi tutti i punteggi contano meno di prima
Di Donatella Cinelli Colombini
Dopo Parker Il portale The Drinks Business, sempre attentissimo a tutto quello che succede nel mondo del vino e della birra ha pubblicato un’intervista al Master of Wine Chris Hancock (Robert Oatley Vineyards nella New South Wales in Australia) soprannominato Mr Chardonnay per aver diffuso questa varietà nella terra dei canguri all’inizio degli anni ‘80. Un articolo che stimola alcune riflessioni.
La frase che mi ha colpito è << We have just about lost all of the jammy, alcoholic, heavy, dead skin Shirazes that are Parker pleasing palate killers, which is an hallelujah moment. Instead, we’re moving towards lighter, brighter more interesting
wines from quality producers>> Sono meno frequenti tutte le caratteristiche preferite da Parker nel Shiraz – confettura, alcol, pesante estrazione dalle bucce dell’uva – è un momento di giubilo. Invece ci stiamo orientando verso vini più leggeri e brillanti che interessano di più ai produttori di qualità. Anche l’Australia, dunque, cambia rotta e dopo essersi affermata con vinoni monumentali caratterizzati da quantità esagerate di polpa, legno e alcol, per cui davano l’impressione di doverli masticare anziché bere, sta ricercando l’identità attraverso una nuova attenzione per le vigne.