Ripartenza: ristoranti e centri storici a rischio di morte
Avevamo 3 volte i locali da ristorazione della Francia con meno abitanti e meno turisti. Ora sono vuoti. Possiamo permetterci di improvvisare la ripartenza?
Di Donatella Cinelli Colombini
Ogni grande crisi, come una guerra o l’epidemia covid, produce un cambiamento permanente con Paesi, economie, imprese … che crescono e altre che affondano. In altre parole, finita l’epidemia tutti ci ritroveremo in una posizione diversa rispetto al passato e non è detto che sia migliore.
LA NECESSITA’ DI UNA RIPARTENZA BEN PROGETTATA
Ora il problema sono gli alberghi chiusi, i ristoranti vuoti, i disoccupati …. Lo shopping di attività da parte di network criminali che sta allarmando Prefetti e Sindaci….
Il prossimo inverno, le imprese con le casse vuote, si chiederanno cosa hanno davanti.
Una buona gestione della ripartenza e delle risorse UE potrebbe spingere l’Italia verso una riduzione dell’overtourism e l’intercettazione di un bel turismo, rispettoso del nostro patrimonio e disposto a spendere. Diversamente potremmo perdere terreno e diventare la destinazione delle masse e dei piccoli prezzi.
LE ANOMALIE DELLA RISTORAZIONE IN ITALIA E IL DISASTRO COVID
Traggo da Alberto Lupini di Italia a Tavola una lucida e dettagliata fotografia di quello che era, quello che è e quello che potrebbe essere il comparto ristorativo in Italia. << Va rivisto un modello economico sbagliato e accettare l’idea che dobbiamo “asciugare” il comparto. È amaro doverlo scrivere, ma l’Italia in queste situazioni non può avere quasi 3 volte più dei locali della Francia>>.
Una divisione della torta dei consumi autdoor che non trova giustificazioni perché la Francia ha più abitanti e arrivi turistici dell’Italia (loro 66,9 milioni di abitanti e 86,9 milioni di arrivi turistici, noi 60,3 milioni di abitanti, 58,3 milioni di arrivi).
Poi è arrivato il covid e la situazione è diventata tragica. <<Fra bar e ristoranti almeno uno su dieci non ha riaperto…. per non parlare degli hotel che, salvo qualche località al mare o in montagna, hanno riaperto in non più di 3 casi su 10>>.
Nei centri storici si sommano la scomparsa dei turisti alla mancanza di chi lavora da casa in smartworking: statali, universitari e bancari in primis..
Una situazione che mette a rischio persino i 215 locali storici italiani veri “musei dell’ospitalità” che hanno scritto al Presidente Conte chiedendo aiuto.