Ischia vintage appassionatamente
L’isola delle acque calde diventa quella delle piccole eccellenze enologiche con Ischia Vintage, curato da Ian D’Agata e destinato a un pubblico esclusivo
Di Donatella Cinelli Colombini
Io e mio marito Carlo arriviamo a Ischia invitati da Ian D’Agata. E’ una situazione strana, in genere sono i produttori a invitare i giornalisti e non il contrario. Ian è un personaggio anticonformista anche da altri punti di vista. Conosce vini e produttori in modo enciclopedico ma i suoi giudizi sono spesso fuori dal coro, ha il coraggio delle grandi sfide come il libro The native Wine Grape of Italy sui vitigni autoctoni, il festival Contaminazioni che ha ringiovanito l’immagine dei vini piemontesi, oppure Vinitaly International dove ha trovato in Stevie Kim qualcuno che è addirittura più innovativo di lui. Insomma Ian è uno che cerca sempre nuove frontiere e infatti gli invitati a Ischia Vintage non sono “i soliti noti” bensì cantine in grado di sorprendere.
Produttori bravissimi come Ampelio Bucci il più grande interprete del Verdicchio, Marianna Mura con il suo straordinario Vermentino, Fausto Albanesi che a Torre dei Beati produce uno strepitoso Montepulciano d’Abruzzo. C’era anche Antonio Ciccarelli dell’Agenzia Marc de Grazia che ci ha fatto assaggiare una sorprendente Gran Cuvée Spumante Brut Gini. Marc de Grazia non è un importatore come gli altri ma un vero talent scout che ha valorizzato Langa Inn – Barolo Boys, le piccole cantine irpine e più di recente i vini dell’Etna. Accanto a noi Matilde Poggi presidente FIVI Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti di cui anch’io faccio parte.