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Robert Parker lascia le “en primeurs”

<<Troppa fatica e troppe pressioni>> dice il capo di Wine Advocate ma senza di lui l’asta dei vini di Bordeaux si sgonfia

Robert Parker

Robert Parker

Letto per voi da Donatella Cinelli Colombini
La notizia ha il suono di una bomba distruttiva per la principale denominazione francese che basa la sua filiera commerciale sui negociants (rivenditori) che comprano il vino dell’ultima vendemmia nelle aste di aprile –dette appunto en primeur– per poi rivenderlo uno o due anni dopo. Senza l’opinione di Robert Parker sui vini dell’ultima vendemmia, comprarli diventa molto ma molto più rischioso.
In realtà il periodico di Parker, Wine Advocate, manderà alle aste di Bordeaux l’espertissimo degustatore Neal Martin che già adesso giudica i vini di Borgogna, Oregon, Sud Africa, Tokaji e Madeira. Ma nessuno al mondo ha il carisma del grande Parker. Senza di lui le en primeur, diventano un coro di voci discordanti dove tutti i critici presenti dicono la loro opinione. Giudizi diversi che generano incertezza e dunque un clima poco favorevole agli investimenti che, attraverso portali come LivEx, dovrebbero arrivare da tutto il mondo. Erano infatti i rating di Robert Parker la garanzia dei futuri

Commercianti di vino a Bordeaux

Commercianti di vino a Bordeaux

guadagni soprattutto sui vini di punta, quelli dei First Growth un olimpo istituito nel 1855 di cui fanno parte Château Latour, Château Lafite Rothschild, Château Margaux, Château Haut-Brion e, dal 1973, anche Mouton Rothschild.
Già qualche scricchiolio nell’ ingranaggio delle en primeur, era percepibile qualche mese fa, quando Francois Pinault proprietario di Château Latour annunciò la decisione di lasciare le aste in anteprima