L’inarrestabile successo delle uova da vino
Le uova piacciono per l’apporto di ossigeno, complessità e finezza che danno al vino ma anche per la loro forma un po’ magica che affascina i wine maker
Di Donatella Cinelli Colombini
I PRODUTTORI DI UOVA DA VINO
La prima fabbrica a produrre uova e tini di cemento è stata la francese Nomblot su indicazione del celebre wine maker Michel Chapoutier, re della Valle del Rodano. Poi fu la volta dell’Italiana Nico Velo a cui si devono gli splendidi tini ovoidi della sala da vinificazione di Cheval blanc.
In California Sonoma Cast Stone ha riempito di uova Saxum, Quintessa, Sterling … partendo 13 anni fa, dalla richiesta del suo vicino Don Van Staaveren, l’enologo di Three Sticks Winery. Si calcola che in California siano in uso circa 1.000 uova di cemento e la richiesta continua a crescere.
STORIA DEI CONTENITORI DA VINO
Per capire i motivi del successo veloce e apparentemente inarrestabile della uova, Wine Searcher effettua una panoramica del cambiamento dei contenitori da vino dall’epoca greca e romana quando, la conservazione e il trasporto del vino, avvenivano in contenitori di cemento o di terracotta, al successivo periodo in cui le popolazioni che oggi chiamiamo francesi, usarono e diffusero i fusti in legno. All’inizio del Novecento furono le cantine californiane le prime ad adottare l’acciaio inossidabile e poi munirlo di termoregolazione. Con la fine del secolo il gusto dolce e burroso che il rovere conferisce al vino, è passato di moda ed è avvenuta una nuova svolta. Nel 2001, Michel Chapoutier, guru della biodinamica, affascinato dagli aspetti esoterici del vino spinse Nomblot a fabbricare un uovo di 2,10 m per contenere 600 litri di vino, confidando che la forma sferica convogliasse un benefico vortice di energia celeste nel vino.