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Medioevo da vedere, toccare e assaggiare a Siena

Una serata nell’angolo più verde e medioevale di Siena l’ Orto dé Pecci  con le Odi del Premio Nobel cileno Pablo Neruda
Siena-Neruda-Ode-al-limone

Siena-Neruda-Ode-al-limone

Siamo all’Orto dè Pecci nel centro di Siena eppure in piena campagna, un posto bellissimo che mi è particolarmente caro. La serata inizia con una visita all’ orto medioevale di cui fui quasi la madrina quando ero assessore al Turismo del Comune di Siena. Ora è ancora più bello, le piante sono cresciute e ci sono anche la liquirizia e le carote viola mangiate dai nostri antenati.

Poi ascoltiamo le odi di Pablo Neruda (1904-1973) con il bravissimo attore Francesco Burroni che suona il flauto, la chitarra, l’armonica mentre tre giovani leggono i versi e suonano usando gli utensili da cucina. Il risultato è bellissimo.

Sarà il tramonto, saranno i merli e la torre del Palazzo Pubblico di Siena che spuntano sopra gli alberi, sarà la bravura delle attrici ma rimaniamo incantatati da quei versi sospesi tra l’ironia e la metafora della vita. Segue la cena. Sediamo in tavolate lunghe che uniscono amici vecchi e nuovi. Noi siano con Maura Martellucci, Duccio Balestracci, Mauro Civai … storici, storici d’arte e intellettuali di vario tipo – salvo io che faccio la contadina- la cucina del ristorante dell’Orto dei Pecci è semplice ma ben fatta. C’è persino un’insalata che viene direttamente dal campo.

Senarum Vinea nasce l’archeologia del gusto

A Siena il censimento dei vigneti urbani rivela un pezzo di storia e diventa un libro curato dalle Città del Vino 

Siena-Castelpugna-Franco Ceccuzzi Sindaco a sinistra Carlo Cambi

Siena-Castelpugna-Franco Ceccuzzi Sindaco a sinistra Carlo Cambi

Il progetto Senarum Vinea nasce qualche anno fa all’interno dell’Università di  Siena con uno spiegamento di forze poderoso: botanica e ampelografia, genetica e biologia molecolare, archeologia, storia, storia dell’arte, informatica, museologia. Dall’esterno,  un sostegno decisivo arriva dall’associazione Città del Vino presieduta da  Gianpaolo Pioli e forte delle numerose pubblicazioni precedenti curate dal Professor Attilio Scienza e sul paesaggio del vino.

L’indagine parte dalle fonti storiche e prosegue con sopralluoghi che consentono di trovare numerosi vigneti urbani e tracciarne una mappa. Il passo successivo è l’identificazione dei vitigni presenti in questi vigneti: varietà sconosciute e locali minori: Gorgottesco, Tenerone, Salamanna, Occhio di pernice, Prugnolo gentile, Procanico, Sangiovese piccolo precoce.   Ecco che da un’indagine apparentemente solo storica esce fuori la possibilità di salvare dall’estinzione delle varietà ormai rare. Da qui l’idea di creare un vitarium all’ Orto dè Pecci ( un angolo di medioevao sotto il Palazzo Pubblico nel cuore di Siena) e un vigneto in un’azienda custode, Castel di Pugna, una splendida proprietà sulle colline di Siena che organizza anche il convegno di presentazione.  I vigneti sono affidati nelle mani di un agronomo super esperto Valerio Zorzi.