TURISMO ENOGASTRONOMICO PALADINO DELLE BIODIVERSITA’
ROBERTA GARIBALDI SPIEGA COME IL TURISMO ENOGASTRONOMICO SALVAGUARDI LA BIODIVERSITA’, L’ARITIGIANATO ALIMENTARE TRADIZIONALE E LE RICETTE DEI BORGHI
di Donatella Cinelli Colombini #winedestination
Ad Amsterdam il piano per contrastare il turismo “mordi e fuggi” si chiama “stay away” cioè non venire. L’overtourism soffoca i centri storici e complica la vita dei residenti anche in Italia. Anzi forse la situazione di Venezia, Roma, Firenze … è peggiore di quella di Amsterdam.
Il turismo enogastronomico può aiutare a decentrare i flussi e a destagionalizzarli. Ma perché trasformi il turismo in strumento di sviluppo territoriale, in una forma sostenibile, va guidato a livello nazionale e locale. Altrimenti cannibalizza in pochi anni i piccoli centri dove nascono le eccellenze agroalimentari.
Roberta Garibaldi ci propone una lucida analisi di opportunità e rischi nel suo “Rapporto Turismo Enogastronomico e Sostenibilità” partendo da un assunto fondamentale: il turista stesso vuole la salvaguardia dei luoghi che visita << contribuisce ad accrescere l’attrattività della destinazione e la reputazione delle produzioni locali, crea ricchezza diffusa e nuove opportunità per le filiere del turismo e dell’agricoltura, sostiene processi di riscoperta, tutela e valorizzazione del patrimonio enogastronomico, aumenta la qualità e la sicurezza del cibo favorendo un approccio carbon neutral>>.