Podere Forte Tag

Cappella di Vitaleta a Vita nuova

Vitaleta, icona del paesaggio toscano, torna ad essere un luogo rigenerante per lo spirito e il corpo con la Riconsacrazione al culto e l’apertura del ristoro

 

Vitaleta-Riconsacrazione-2021

Vitaleta-Riconsacrazione-2021

di Donatella Cinelli Colombini

La cappella di Vitaleta è uno dei luoghi più fotografati della Toscana. Solitaria, in mezzo al paesaggio lunare delle Crete Senesi, la Cappella della Madonna di Vitaleta, sorge, su una piccola collina con due grandi cipressi accanto.

 

CAPPELLA DI VITALETA: CAPOLAVORO DEL CLASSICISMO OTTOCENESCO

Fu ricostruita su un edificio preesistente, nel 1884 da Giuseppe Pardini, l’architetto lucchese che, dopo l’Unità d’Italia, interpretò l’eclettismo neorinascimentale di moda nella seconda metà dell’Ottocento, conciliandolo con la sua formazione neoclassica e ispirandosi a Brunelleschi e Bramante.
Vitaleta è forse la sua ultima opera. Le assonanze, anche nella scelta dei materiali, con precedenti come il Tempio di San Biagio di Antonio da Sangallo (Montepulciano) sono più che evidenti e lasciano supporre la volontà di riproporre l’edificio tardo rinascimentale (1590) che sorgeva proprio nello stesso luogo prima della nuova edificazione.
In tempi recenti Vitaleta è diventata un’icona di bel paesaggio, di aspirazione al silenzio, alla meditazione, alla spiritualità, alla natura preservata.

Vitaleta-esposizione di arte contemporanea-intorno-alla-cappella

Vitaleta-esposizione di arte contemporanea-intorno-alla-cappella

Prima i fotografi hanno inserito la Cappella in tutti i calendari, le cartoline, gli articoli giornalistici e i libri sulla Toscana. Ora i turisti vanno a vederla come fosse la Venere di Botticelli.

 

IL CARDINALE LOJODICE RICONSACRA AL CULTO LA CAPPELLA DI VITALETA

Nel tempo, il culto religioso a Vitaleta è stato abbandonato e il 18 luglio è avvenuta la sua riconsacrazione con una Messa officiata da Augusto Paolo Lojudice Cardinale e Arcivescovo metropolita di Siena, Colle Val d’Elsa e Montalcino. Nell’omelia il Cardinale si è soffermato sull’importanza del fermarsi per meditare e pregare. Attività per le quali Vitaleta è il posto ideale. Augusto Paolo Lojodice, è Cardinale da pochi mesi, in passato si è distinto per la sua attività in favore dei giovani e degli emarginati. Il motto episcopale da lui scelto “Mihi fecistis” è  tratto dal Vangelo di San Matteo (Mt 25, 40) ed è la frase chiave del brano <<Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi ……ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me>>.

 

Ci salveranno gli chef?

Fra i nuovi ristoranti del mondo, uno su tre è “italiano”, in tutto sono 60-80.000 e sono la locomotiva del nostro export di vino e cibo

Chef a lavoro

Chef a lavoro

Letto per voi da Donatella Cinelli Colombini

Servono 3 milioni di pasti al giorno e generano un fatturato annuo di 30 miliardi di Dollari. Ovviamente una parte di questi ristoranti è in Italia ma una bella fetta è all’estero dove risiedono anche 60 milioni di nostri connazionali o ex connazionali. Gli emigranti sono dunque più di noi e hanno propagato la ristorazione italiana che, con il passare degli anni, si è professionalizzata diventando sinonimo di

Alessandra Moneti Denis Pantini

Alessandra Moneti Denis Pantini

buon vivere. Traggo questi dati dal bellissimo libro Ci salveranno gli chef di Alessandra Moneti e Denis Pantini (Agra editrice pp 134 €15) che spiega come l’export di cibo e vino vada dietro alla ristorazione tricolore come un cane segugio. Scopriamo dunque che solo i ristoranti cinesi, nel mondo sono più numerosi dei nostri.
La cucina del terzo millennio è fetish, sexy e punk. Un mondo di bad boy come Gordon Ramsay, il più cattivo dei giudici televisivi, ha lanciato un reality in cui cucina in prigione con i carcerati. Ed è vero che guardare i programmi TV di cucina spinge a fare la spesa con logiche diverse dal risparmio: più qualità, più visite nei luoghi di produzione, più biologico.

L’ONAV di Roma scopre i vini Orcia appassionatamente

Serata iniziata male e finita bene per sei cantine dell’Orcia ospiti degli assaggiatori ONAV nella Terrazza Barberini di Roma

Roma Terrazza Barberini produttori Orcia con Tombolillo e Romagnoli ONAV

Roma Terrazza Barberini produttori Orcia con Tombolillo e Romagnoli ONAV

Di Donatella Cinelli Colombini

Roma Terrazza Barberi – nove vini rossi dal 2012 al 2009 provenienti da tutto il territorio dell’Orcia con i produttori presenti a presentarli. Davanti i degustatori ONAV, attenti, partecipi e progressivamente sempre più convinti di questa giovane denominazione dove tutto è fatto a mano. Colpisce la descrizione del territorio, la sua bellezza incontaminata. Colpisce la passione dei vignaioli e la qualità dei loro vini ma anche la diversità derivanti dai suoli e dalle scelte stilistiche dei produttori. Conduce la degustazione Marco Romagnoli in forma smagliante. Alla fine ci applaudono a scena aperta.
Il Pero ORCIA rosso – frutto di manualità e antica tradizione

SassodiSole _ORCIA Rosso nasce a Montalcino e “brunelleggia”

Podere Forte– PETRUCCINO innovazione e tecnologia al servizio della qualità

Donatella Cinelli Colombini CENERENTOLA ORCIA Rosso il timbro diverso dell’antico vitigno foglia tonda

Ma che forte questo Forte

Pasquale Forte un genio dell’elettronica diventato produttore di vini cult in Val d’Orcia. Vi racconto la sua storia e il suo splendido Podere Forte

Agricola Forte barricaia

Castiglion d'Orcia Agricola Forte barricaia

Forte è originario di Limbadi in Calabria ma ha fatto fortuna in Lombardia inventando, negli anni Settanta, le prime testiere da letto con radio incorporata. Poi ha creato il tubo catodico per la TV e successivamente ha costruito stabilimenti per le componenti elettronici delle auto in Italia, Turchia, Cina e Brasile. Le sue aziende Eldor rispecchiano il suo amore per il nuovo e per le grandi sfide come la sua spettacolare fattoria di Castiglion d’Orcia. La cantina del podere Forte è progettata per produrre solo eccellenza. Tutto è al meglio: i frigoriferi per raffreddare l’uva, il doppio tavolo da cernita per grappoli e acini, una tinaia che farebbe venire l’acquolina in bocca a qualunque produttore di vino: tini di legno troncoconici sospesi con sotto contenitori d’acciaio che rilasciano il vino nelle barriques al piano sottostante …. Per non parlare della bottiglieria di affinamento dove c’è il caveau privato di Forte con le bottiglie più importanti protette da guardie etrusche (in legno) e solennizzate da un tempietto. Insomma un luogo consacrato al grande vino nel vero senso della parola.