Dematerializzazione dei registri del vino che incubo!
Dal I° luglio dematerializzazione dei registri del vino, nessuno sa se funzionano e se poi arriveranno multe a pioggia. E c’è chi li considera un successo
di Donatella Cinelli Colombini
La dematerializzazione dei registri del vino è la prova di quanto siano volenterosi gli italiani nel rispettare le leggi. Di fronte a un sistema di registrazione dei dati farraginoso, complicatissimo e non intuitivo, nonostante i codici siano stati cambiati 4 volte costringendo le società di assistenza delle cantine a lavorare giorno e notte nel tentativo di consentire l’immissione dei dati …. Nonostante tutto 17.000 cantine si sono iscritte nel sistema di archiviazione del
ministero SIAN e pare che 4.000 siano anche riuscite a caricare i dati in ambiente reale. Il problema è che praticamente tutti hanno ricevuto segnalazione di errori.
Un calvario nel senso più autentico della parola. Il sistema si blocca per ore e c’è chi ha ricevuto da Roma messaggi del tipo <<provate di notte o nel fine settimana >>. Vi sembra normale?
Alcuni hanno gettato la spugna e hanno chiesto ai notai di bollare i registri di cantina cartacei in modo da avere comunque una documentazione attestante i loro vini.
Dopo il disastro del leggendario SISTRI, il sistema di tracciabilità dei rifiuti che fece perdere tempo e soldi alle aziende finendo in tribunale come un software – truffa, c’è da chiedersi come abbia fatto il nostro governo a ficcarsi in un altro pasticcio.