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Quale vino bevono gli americani?

Dall’indagine del Wine Spectator su quale vino bevono gli americani, molti gli stereotipi confermati, qualche novità e una riflessione

Di Alice Bracciali, Fattoria del Colle

wine-spectator-febbraio-2016

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Wine Spectator di febbraio riporta in sintesi i risultati della seconda indagine annuale del Sonoma State’s Wine Business Institute sulle preferenze dei consumatori di vino in America. I campioni erano di un’età compresa fra i 21 e i 68anni. Nonostante il mercato in crescita degli ultimi anni per il Pinot Noir, i grandi rossi e qualche vino bianco meno conosciuto, il 50% ha incluso lo Chardonnay nella lista dei vini preferiti. Il 40% ha inserito il Pinot Grigio che, come aveva predetto Leonardo Lo Cascio in un’intervista al Vinitaly del 2011, ha un mercato in crescita, non come alternativa allo Chardonnay (impossibile da trovare) ma come vino completamente diverso da quest’ultimo, con buona acidità e ottimo rapporto qualità prezzo.
Più della metà degli intervistati preferisce un vino che sia fruttato, semi dolce e morbido. Solo il 26% si orienta su uno stile più secco. “This is the perfect example of the American palate”, questo è il perfetto esempio del palato americano, ha commentato Liz Thach, docente di wine business alla Sonoma State University. In effetti la cultura del vino e del cibo negli USA sta iniziando adesso, gli americani si approcciano al vino solo dopo aver bevuto per molto tempo bevande dolci, molto zuccherate. Il gusto americano è ancora immaturo e poco sofisticato, come rivela Lo Cascio nell’intervista. Basti pensare al consumo procapite di 10L in USA contro i 34L in Italia.

Molto vino e poco Natale nelle caffetterie Starbucks

Starbucks offrirà un menù pomeridiano abbinato al vino e alla birra . Intanto però, ha avuto un Natale di fuoco a causa dei bicchieri senza simboli natalizi

Starbucks

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Donatella Cinelli Colombini, Brunello, Casato Prime Donne

Prima la news: ogni anno, a partire da novembre, i bicchieroni dei locali Starbucks prendono una vesta natalizia con renne, fiocchi di neve e simili. Quest’anno il design era minimalista con il simbolo della catena (la sirena a due code) su fondo rosso. E’ successo il finimondo: il Cristiano Evangelico dell’Arizona Joshua Feuerstein ha messo in internet un video che è stato scaricato 14 milioni di volte «Starbucks ha tolto il Natale dalle sue tazze, perché odia Gesù>> ha

starbucks-reserve-barista

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tuonato. Basta digitare #MerryChristmasStarbucks per vedere che terremoto hanno scatenato delle semplici tazze rosse.
Se il colosso Starbucks supererà la crisi natalizia senza troppi danni per noi del vino si apre un nuovo orizzonte. La decisione di introdurre vino e birra fra le bevande pomeridiane scaturisce da un’indagine sui clienti Starbucks che ha rivelato come il 70% di loro bevano vino con una percentuale nettamente superiore alla media americana. La nuova proposta dovrebbe generare, nel 2019, un business di un miliardo di Dollari.