Vino morbido. Ma cos’è?
Da Luca Stroppa una magistrale spiegazione dell’aggettivo “Morbido” spesso usato per descrivere i vini più potenti e setosi

Vino-Morbido-Brunello-IOsonoDonatella
di Donatella Cinelli Colombini
La morbidezza è un termine “tattile” cioè indica una sensazione che viene avvertita toccando qualcosa di soffice, delicato e tenero. Un peluche, un cuscino di piume, un alto velluto di seta ….
Anche nel vino l’effetto è simile anche se percepito dalla bocca anziché dai polpastrelli. L’effetto è di qualcosa di vellutato, tondeggiante, avvolgente. Come se in bocca ci fosse una cosa piena e senza spigoli.
Ecco che il termine morbido si oppone al vino duro, cioè caratterizzato da astringenza, acidità, aggressività….
I MORBIDISSIMI VINI DELLA FINE DEL NOVECENTO
La dolcezza e la morbidezza sono due termini diversi che spesso vengono scambiati in modo sbagliato. Va precisato infatti che l’eccesso di morbidezza è sgradevole al pari dell’eccesso di durezza. Quei vini dolcioni, quasi gonfi, ottenuti da uve surmature che producono vini pieni di estratti, alcol e zuccheri residui, spesso maturati in barriques scelte per aggiungere altra dolcezza… risultano esagerati e appariscenti ma, fortunatamente, sono passati di moda. Per non parlare delle “aggiunte”, anche legali come la gomma arabica, che certe cantine usavano e usano per aumentare l’effetto “morbidoso”, amato soprattutto da consumatori più semplici e abituati a mangiare o bere cose dolci, tipo CocaCola. Il vino morbido è armonico, secco, avvolgente, lungo e vellutato. Non dolcione.