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Terredora e Montefredane: vini, incontri e avventure in Irpinia

Fusilli fatti a mano, Taurasi inebriante, tanti amici,  antichi paesi, troppo cemento e pochi  segnali stradali. Cronaca del viaggio avventuroso al Wine Fredane 

Wine Fredane 2013 notte Castello dei Caracciolo

Wine Fredane 2013 notte Castello dei Caracciolo

Visto per voi da Donatella Cinelli Colombini

Io e mio marito Carlo Gardini arriviamo in Irpinia nel primo pomeriggio. La prima tappa è da Daniela Mastroberardino a Terredora. La presenza del fratello Lucio, da poco scomparso, è quasi tangibile fra i grandi tini in acciaio e nella bariccaia dove le  Seguin Moreau sono allineate a doppia fila. Il sorriso di Daniela è il simbolo del suo coraggio, ora gira il mondo da sola e non ha mollato un giorno neanche con il Movimento turismo del vino  di cui è presidente. C’è davvero da ammirarla.

Daniela Mastroberardino Terradora tinaia

Daniela Mastroberardino Terradora tinaia

Percorso fra i vigneti che salgono su colline ripide e molto alte, dove il cemento armato del dopo terremoto ha fatto benefici economici e danni paesaggistici decisamente grandi. Colpisce la mancanza di segnalazioni stradali e le strade molto strette e piene di curve a gomito. Incrementare il turismo e soprattutto il turismo del vino in queste condizioni mi sembra davvero difficile

Montefredane, sede del Wine Fredane – laboratorio Doc, ci accoglie  con un diluvio che per fortuna finisce in un’ora. La conferenza è in una ex chiesa restaurata con cura. Ci sono gli strepitosi studenti del corso in Wine business dell’Università di Salerno con in testa Marco Trasente che è la vera anima del festival. Due di loro mi regalano il vino “Galeotto” prodotto dai detenuti del carcere di Sant’Angelo dei Lombardi. Bravi ragazzi oltre capacità professionali avete anche un gran cuore.