Lezione di marketing: la vicenda Dolce&Gabbana
Dolce&Gabbana fra i marchi più famosi della moda italiana travolto dagli attacchi social in Cina, 3° mercato mondiale del lusso. Un suicidio on line
Di Donatella Cinelli Colombini, Montalcino, Casato Prime Donne
Quando i TG italiani hanno detto che Dolce&Gabbana era stata accusata di sessismo e razzismo in Cina, siamo rimasti tutti sbalorditi perché la celebre casa di moda è nota per una certa trasgressività e un carattere decisamente multietnico.
Invece quello che è successo sarà presto nei libri di marketing come esempio di cosa che non conviene fare o meglio di come un brand internazionale del lusso può suicidarsi usando male la comunicazione.
Quello che è successo può realmente portare al crollo di Dolce&Gabbana con un effetto domino velocissimo anche sugli altri mercati e lanciare un’ombra negativa su tutta la moda italiana e persino su tutto il made in Italy in Cina. Piccolissima premessa: la Cina è il terzo consumatore mondiale di prodotti di lusso. Il Paese ha una grande autostima e, in un momento di sovranismo e di nazionalismo in crescita, è molto sensibile alle iniziativa che criticano la propria civiltà.
Dolce&Gabbana: cosa è successo
Vediamo i fatti: Dolce& Gabbana preparano una sfilata a Shanghai intitolata “Dolce&Gabbana ama la Cina”. Come sempre fra gli invitati ci sono celebrità cinesi dello star system come attrici, cantanti e simili. La casa di moda fa precedere la sfilata da tre video diffusi sui social network che, nell’intenzione dell’ufficio marketing, dovevano essere sofisticati e divertenti. Si vede una bellissima attrice vestita con un abito di paillette rosse e molti gioielli decisamente appariscenti che tenta di mangiare, con le bacchette, una pizza, un piatto di spaghetti e un cannolo siciliano. La giovane ride divertita ma il pubblico social ha giudicato offensivi i tre video, della serie <<ci vogliono insegnare come si mangia?>>. Una valanga di critiche, le celebrità cinesi che disdicono la loro presenza alla sfilata e alla fine la cancellazione dell’evento all’ultimo momento. A quel punto la goccia che fa traboccare il vaso: Stefano Gabbana pubblica su Instagram alcuni commenti negativi sulla Cina e i cinesi, corredati con una fila di emoticon di escrementi. Lui dice che il suo profilo è stato hackerato ma l’effetto è devastante: fino a 120 milioni di messaggi ostili in un giorno.