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BIANCHI DA INVECCHIAMENTO

Le uve bianche autoctone italiane sono più adatte a trasformarsi in vini da affinamento che da pronta beva e a usare le fecce sottili a somiglianza dello Chablis

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di Donatella Cinelli ColombiniFattoria del Colle 

Ci sono tre concetti che nella mia testolina da vignaiola ronzano come api sul miele: nel prossimo futuro bianchi, rosati e bollicine avranno un progressivo successo, nelle terre adatte ai vini rossi è possibile fare grandi bianchi ma non il contrario, gli autoctoni bianchi italiani sono più adatti a trasformarsi in vini da affinamento che da pronta beva.

Vini-da-invecchiamento-soave-degustazione

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VINI BIANCHI DA INVECCHIAMENTO ITALIANI

Tre concetti che stanno accrescendo in me l’interesse per i bianchi invecchiati.
Adoro la Vernaccia di San Gimignano affinata per anni, quella di Montenidoli, ad esempio. Ampelio Bucci mi ha fatto sognare con una verticale di Villa Bucci Riserva 2013, 2008, 2005, 1997 vintages colletions. Così come trovo intrigante il Grechetto dell’Umbria di Paolo Montioni con il suo complicato processo produttivo che scatena suggestioni minerali.

IL RUOLO DEI VITIGNI AUTOCTONI ITALIANI

Per questo l’articolo del Corriere vinicolo sui bianchi da invecchiamento ha attratto la mia curiosità e, nell’invitarvi a leggerlo, vi propongo alcuni concetti su cui riflettere. << L’Italia degli autoctoni bianchi si presterebbe molto di più a fare vini da affinamento che non da pronto consumo>> questo perché il patrimonio degli antichi vitigni del nostro Paese comprende molte varietà con bassi pH ed elevate acidità, condizioni che equivalgono a una naturale propensione a produrre vini capaci di durare nel tempo.

Il turismo del vino ama la tecnologia?

Il turismo del vino fra tradizione e ambienti virtuali. Per rinnovare e diversificare l’offerta ci vuole più tecnologia o più conservazione?

 

uso-della-tecnologia-nel-turismo-del-vino-Masi-discovery-muesum

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Di Donatella Cinelli Colombini

E’ giusto mantenere le cantine come dei “piccoli mondi antichi” dove il turista trova il ricordo dei nonni oppure è meglio introdurre touch screen, ambienti digitali, realtà aumentata ….

 

RAPPORTO SULL’INNOVAZIONE TECNOLOGICA NEL TURISMO ENOGASTRONOMICO

Nell’interessantissimo Rapporto sull’innovazione tecnologica nel turismo enogastronomico, Roberta Garibaldi ci pone davanti a questo dubbio a cui lei da una risposta positiva proponendo l’innovazione come strumento per ottenere più coinvolgimento e interesse da parte dei visitatori.

 

I MUSEI, LE MOSTRE E L’INNOVAZIONE TECNOLOGICA

In molti musei aziendali dedicati all’agroalimentare c’è un ampio uso della tecnologia. In quello Lavazza, ad esempio, ci sono tazzine multimediali, oppure in Olanda l’Heineken Experience fa vivere ai turisti l’esperienza della birra per cui vengono scossi, spruzzati d’acque e esposti al calore.

Vernaccia Wine Experience

Vernaccia Wine Experience

Anche nella Cité du Vin a Bordeaux è possibile percorrere la storia del vino con una sequenza di piccoli teatrini digitali mentre al MAVV- Museo dell’arte, del vino e della vite della Reggia di Portici ci sono videogiochi sulle fasi della vinificazione con un sommelier “virtuale” che giudica alla fine. Persino nel piccolo museo della Vernaccia di San Gimignano è la tecnologia a creare emozione, creando personaggi virtuali e visita degli ambienti di produzione con visione a 360°.

 

Colpo di fulmine per la Vernaccia riserva

Vernaccia di San Gimignano da incorniciare e da riscoprire: finezza, personalità e armonia superiori al passato; nella versione riserva sbalordisce i Gourmets

Ristorante il Mestolo serata della Vernaccia di San Gimignano

Ristorante il Mestolo serata della Vernaccia di San Gimignano

Visto per voi da Donatella Cinelli Colombini

Per un senese riscoprire la Vernaccia di San Gimignano è come per un esquimese rendersi conto che il ghiaccio è freddo. L’ovvio che hai sempre sotto il naso e dunque non osservi mai con la necessaria attenzione. Succede così che i soci dell’Union Européenne des Gourmets di Siena rimangono sbalorditi di fronte al carattere sontuoso e elegantissimo della Vernaccia Riserva. Complici le spiegazioni di Stefano Campatelli e una ricciola di 15 kg magistralmente cucinata da Nicoletta chef del ristorante Il Mestolo …. i 35 commensali hanno un colpo di fulmine collettivo.
La serata era particolare anche per me con il festeggiamento della mia recente nomina a Cavaliere della Repubblica e il Console Alessandro Bonelli che mi consegna una targa a nome del club.
A completare la mia gioia c’è la presenza di Anna Pesenti Buonassisi giornalista, gastronoma e grande amica.