
Ai giovani wine lovers italiani piace bio
In cima ai desideri Brunello, Amarone e Verdicchio. I giovani preferiscono il vino alla birra. Meglio 2 bicchieri a cena con gli amici piuttosto che lo sballo
Di Donatella Cinelli Colombini
Finalmente! E’ finita l’epoca in cui i giovani preferivano la birra per staccarsi dalla cultura dei genitori basata sul vino quotidiano durante i pasti. L’indagine condotta dal Professor Gabriele Micozzi su un campione di 1.500 giovani fra i 18 e i 35 anni (commissionata dall’Istituto Marchigiano di tutela del vino e presentata all’ultimo Vinitaly) ci rivela un profilo completamente diverso da quello a cui eravamo abituati sfatando anche qualche luogo comune. Dunque vino bevanda preferita come riflesso di un’attitudine ormai internazionale verso un consumo saltuario e qualificato. L’indagine di Micozzi rivela infatti la stessa tendenza evidenziata dai sondaggi, dei mesi scorsi, di Wine Intelligence e Goldman Sachs e relative ai giovani consumatori UK e USA. Entrambe confermano il calo di apprezzamento della birra e la crescita del vino, addirittura con una certa disponibilità a spendere più, per ogni bottiglia, rispetto a genitori e nonni. Ed ecco che i wine lovers nostrani sono edonisti, responsabili e bio. Si molto sensibili al
rispetto dei territori, alla sostenibilità e quindi indirizzati sui vini bio (86%) e invece molto meno attratti da marchi o premi. Lo strumento per scegliere la bottiglia da comprare è principalmente la lettura dell’etichetta ma anche l’esperienza diretta gioca un ruolo fondamentale. Il 67% ha già partecipato a una degustazione e quasi tutti vorrebbero, nel futuro, vedere i processi produttivi del vino e assaggiare in modo qualificato. Interessano poco le guide dei vini mentre l’informazione viene pescata soprattutto nel web con WineNews come fonte privilegiata.
Per i giovani il vino è legato all’idea di stare insieme con gli amici (58%) per l’aperitivo e maggiormente a cena (59%), situazioni frequenti durante la settimana in cui prevale un comportamento consapevole e raramente vengono superati i due bicchieri a pasto. Insomma la movida con sballo sembra far parte del passato.
Vincono i bianchi, con il Verdicchio in testa, mentre fra i soli maschi e fra i consumatori più giovani, è il rosso che prevale. La predilezione va al Brunello e all’Amarone.
Per Gabriele Micozzi docente di Marketing Internazionale presso l’Università Politecnica delle Marche e autore della ricerca <<Il futuro sarà roseo, i giovani di oggi cercano la qualità. Il futuro sarà di coloro che sapranno reinventarsi, non legandosi a mode passeggere ma all’autentico valore culturale e antropologico di un territorio>>. Un commento che sembra di ottimo auspicio per le piccole aziende radicate nella tradizione , come le mie.