
Berlino, colpita al cuore dal Brunello
Siamo in Germania, la seconda tappa del tour del Brunello nei Paesi di lingua tedesca e per la seconda volta è un successo
Nel colosso industriale europeo tutto è grande, è solido, è efficiente, è pulito. Arriviamo qui con 40 cantine di Montalcino, carichi di speranze e di ottimo umore dopo il successo di Zurigo ma anche con una certa preoccupazione visto l’atteggiamento tedesco verso l’Italia in questi ultimi mesi.
Riuscirà il Brunello a risollevare la fiducia tedesca verso il Made in Italy? All’apparenza si, l’apprezzamento verso i vini di Montalcino è alto, anzi, forse altissimo. Grazie alle tre vendemmie 5 stelle che abbiamo con noi (Rosso di M. 2010, Brunello 2007 e riserva 2006) e all’ottima organizzazione della rivista Vinum che ha fatto conoscere l’iniziativa a tutti gli importatori e dettaglianti di Berlino, l’attenzione nei nostri confronti è cresciuta.
Un giornalista berlinese mi dice che negli ultimi mesi solo la degustazione dei vini austriaci ha attirato lo stesso numero di
persone. Al work shop ne sono venute circa 500, anche se l’impressione generale era di un afflusso nettamente inferiore a Zurigo, perchè a Berlino c’è stata una permanenza in sala di degustazione di circa 2 ore mentre in Svizzera chi è entrato é poi rimasto tutto il pomeriggio. La nostra location è un enorme albergo vicinissimo a Postdamer Platz.
In pratica siamo a mezz’ora a piedi dal cuore antico la capitale tedesca. Un tassista ci dice che di fronte c’è il cortile dove fucilarono gli attentatori di Hitler e andiamo a vedere. Ci sono le foto dei generali e del luogo che era identico a com’è oggi. In effetti tantissimi edifici del centro storico, enormi, solenni, squadrati e costruiti in pietra grigia, sono com’erano prima dei bombardamenti. Non c’è nessun segno, neanche una scalfittura, che testimoni il corpo a corpo che è avvenuto qui in modo feroce 66 anni fa.
Forse lo vogliono scordare e anzi …. un restauro così meticoloso sembra voler collegare le epoche di cui vanno fieri: la capitale del Kaiser con la splendida architettura contemporanea in cristallo e acciaio. Che bellissima città Berlino e peccato non avere il tempo neanche di girarla in taxi. Tutto sembra sovradimensionato come se aspettassero un grande incremento di popolazione e di competenze. Sarà questa la futura capitale europea se riusciamo a salvarci dal crac finanziario dell’Euro?
Torniamo al Brunello. I 40 produttori presenti hanno grandissimi vini e gli acquirenti tedeschi, li capiscono e li comprano, soprattutto dalle piccole aziende che trovano qui piccoli importatori a loro misura. Solo poche cantine escono dalla sala del workshop con pochi affari. La maggior parte é molto contenta: ha trovato importatori, distributori o ristoratori interessati a comprare, in diversi casi c’è l’imbarazzo della scelta. Di questi tempi è un gran risultato.
Le sale del workshop e dei seminari ( 2 per 140 persone complessive), sono belle, con soffitti altissimi e un servizio è impeccabile
nonostante i “gonnellini” dei tavolini siano mezzi staccati e appaiano poco eleganti. L ‘assalto ai salumi e ai formaggi portati dal Consorzio da Montalcino è meno assatanato che a Zurigo ma avviene anche a Berlino. Decisamente piacciono, soprattutto il pecorino e la salsiccia secca. Ripartiamo per l’Italia soddisfattissimi, orgogliosi del nostro Brunello e soprattutto dei nostri bravissimi produttori. Un ultima nota sul personale della rivista Vinum che ha co – organizzato con il direttore del Consorzio del Brunello Stefano Campatelli, la missione in Svizzera e Germania. Christian Eder il degustatore – giornalista austriaco è una sicurezza. Competente, preciso, obiettivo. Non avevamo dubbi sulla sua capacità di gestire le degustazioni guidate e trascinare il consenso degli acquirenti.
La scoperà sono stati due giovani di origine italiana, Nicola Montemarano e Lara Cucinotta. Bravissimi, il primo è un manager e un esperto di marketing. Dimostra una trentina d’anni ed ha già grosse responsabilità direttive.
Se i suoi genitori fossero rimasti in Campania dopo il terremoto lui sarebbe uno dei tanti disoccupati del Sud invece in Svizzera il suo talenti é sbocciato in una bella carriera professionale. La Cucinotta è bella quasi quanto l’attrice omonima ma quanto lavora! Gentile, infaticabile, sempre capace di intervenire al momento giusto. E’ triste vedere come il talento dei nostri giovani si esprime solo all’estero!
visto per voi da Donatella Cinelli Colombini