Come trasformare la storia in attrazione turistica

Bologna Archiginnasio

Come trasformare la storia in attrazione turistica

La “Festa internazionale della storia” è l’occasione per raccontare i Beccamorti, il finto miracolo di Don Garcia e la rinascita di Montalcino con il Brunello

Bologna Archiginnasio

Bologna Archiginnasio

Di Donatella Cinelli Colombini

L’Archiginnasio di Bologna è un luogo da mito, è qui la prima sala anatomica della più antica università del mondo, l’Università di Bologna nata nel 1088  e unica superstite del naufragio dei nostri atenei nelle classifiche internazionali.

Donatella Cinelli Colombini Bologna Festa della storia

Donatella Cinelli Colombini Bologna Festa della storia

Insomma essere invitata all’Archiginnasio da Giancarlo Roversi (direttore de “Le Vie del gusto” e di tante altre testate di enogastronomia e turismo) a parlare di vino e storia insieme a Massimo Montanari maggiore esperto di storia dell’alimentazione … è roba forte!

E non è tutto perché Giancarlo ci accompagna sotto i portici del entro storico (Bologna ha 42 km di portici) fino al ristorante di Franco Rossi per gustare dei tortellini in brodo perfetti …  assolutamente perfetti!

Ma torniamo al convegno in occasione dell’11° “Festa internazionale della Storia” perché desidero raccontare anche a voi come la storia esce dai libri e entra nella vita vissuta addirittura diventando attrazione turistica.
Quando, nel 1998 lasciai l’azienda di famiglia per creare la mia, c’erano già 193 cantine a Montalcino molte affermate e, nella maggior parte dei casi, molto belle. Mi posi dunque il problema di come attrarre i visitatori nella mia azienda  Casato Prime Donne. Avevo insomma bisogno di qualcosa che le altre aziende non avessero e lo trovai nella storia.

Battaglia di Montaperti 1260

Battaglia di Montaperti 1260

Feci eseguire dal giovane pittore senese, Giovanni Salto, tre pannelli con i tre momenti principali della storia locale.

Il primo, in stile gotico, rappresenta la battaglia di Montaperti del 1260 quando i montalcinesi arrivarono prudentemente in ritardo sul luogo dello scontro e i senesi vittoriosi li punirono facendogli seppellire i morti. Montaperti fu una delle battaglie più sanguinose del medioevo al punto che Dante descrisse il vicino fiume Arbia colorato di rosso. Il lavoro dei miei antenati fu dunque lungo e questo gli incollò addosso l’infamante soprannome di “beccamorti”.
Ancora fra le botti dove matura il futuro Brunello del Casato Prime Donne ho appeso il secondo pannello in stile tardo rinascimentale con le immagini degli assedi cinquecenteschi. Nel 1555 i fiorentini conquistarono Siena e 17 famiglie di irriducibili scappano a Montalcino dove

Miracolo della Madonna del Soccorso

Miracolo della Madonna del Soccorso

ricostituiscono la repubblica di Siena in Montalcino. La città del Brunello fu, per quattro anni, l’ultimo libero comune italiano. L’imponente esercito mediceo rafforzato dai soldati spagnoli e tedeschi dell’Imperatore Carlo V, si spostò dunque a Montalcino assediandolo e mettendolo alla fame. Il comandante Don Garcia de Toledo, uomo intelligente e spregiudicato, si rese conto che Montalcino era un luogo impossibile da conquistare con le armi, per la fortezza, le mura e soprattutto il carattere della popolazione locale. Da qui una trovata geniale <<ho visto la Vergine>> disse Don Garcia <<mi ha chiesto di tornare a casa>> e levò le tende con una ritirata onorevole e anzi santificata.

Gli anni della povertà fine Settecento metà Novecento

Gli anni della povertà fine Settecento metà Novecento

Il terzo pannello, in stile macchiaiolo, racconta gli anni della miseria, dalla fine del Settecento alla metà del Novecento, quando l’economia di Montalcino, basata sulla produzione del cuoio, andò in crisi per la concorrenza dei nuovi pellami conciati con l’alluminio.  La popolazione montalcinese era alla fame: l’agricoltura dava pochi frutti a causa del terreno pieno di sassi e argille, così come il taglio del bosco dove le essenze pregiate erano rare … ma i nostri antenati erano abituati a lottare senza arrendersi mai e trovarono uno strumento di riscatto nelle virtù dell’uva locale – Brunello – e nella scoperta della straordinaria serbevolezza del vino da esse ottenuto. Dalla metà dell’Ottocento la produzione vitivinicola crebbe in quantità e in qualità affermandosi nel mondo. Il Brunello ruppe il monopolio francese dei vini di lusso e entrò nell’alta ristorazione internazionale facendo da locomotore al successo internazionale delle bottiglie italiane di eccellenza. Un successo che dura ancora oggi.
Mi fermo qui ma al Casato Prime Donne la storia continua….