Cosa fare nel vigneto italiano con il nuovo clima
Torneremo al tendone? Forse no ma certo in vigna i cambiamenti saranno tanti: meno viti per ettaro, fine dell’inerbimento, filari più bassi e più frondosi
Di Donatella Cinelli Colombini Casato Prime Donne –Fattoria del Colle
Lorenzo Tosi e Fabio Bottonelli riassumono nel 2° rapporto di filiera del “Sole 24 Ore” gli interventi maggiormente adottati nei vigneti italiani per contrastare gli effetti dell’ innalzamento delle temperature e dei temporali stile diluvio. Va detto che il global warming non si è arrestato: nei prossimi quarant’anni l’assicella del termometri segnerà 0,8-1,8°C in più rispetto ad ora. Insomma avremo estati da forno crematorio con piogge che sembreranno cascate del Niagara.
Ma vediamo cosa succede nei vigneti. Meno viti per ettaro, bisogna dare a ogni vite più terreno da colonizzare e dove assorbire acqua. Nella coltivazione del suolo c’è un ritorno alla zappa e ai sovesci di leguminose mentre l’epoca degli inerbimenti sembra tramontata. La necessità di rendere più soffice il terreno per trattenere la maggior quantità d’acqua possibile durante i brevi ma violentissimi temporali, porterà un ritorno alle zappature frequenti e, speriamo, un abbandono dei diserbi.Per ridurre la traspirazione dalle foglie l’altezza dei filari diminuirà. Prima gli agronomi chiedevano 1 metro quadro di
foglie attive, cioè giovani, per ogni chilo d’uva ora scenderemo di 20 cm2. C’è persino chi pensa di tornare al tendone che in Sicilia e in Puglia ha dato degli ottimi Chardonnay.
Una scelta che lascia interdetti. Per decenni infatti il tendone è stato considerato sinonimo di grandi quantità e vini dozzinali.
Abbandonate le sfogliature che, vent’anni fa, aiutavano la maturazione e la sanità dei grappoli. Ora il problema è ripararli dal sole. Anche la parete fogliare viene fatta allungare in alto in modo che ombreggi l’uva sottostante. Questo comporta un cambiamento anche nella cimatura dei tralci. Non vedremo più filari ordinati come siepi. In futuro le vigne avranno un aspetto più “cespuglioso” anche se la pulitura dalle femminelle continuerà in modo assiduo.
Insomma in 30 anni siamo passati dalla lotta contro chi aggiungeva zucchero nel mosto per aumentare il grado alcolico al problema opposto. Ora i vini sono troppo alcolici mentre il mercato accetta malvolentieri bottiglie con oltre 12,5Vol di alcool.