I Brunello lovers dell’AIS di Siena
I Sommelier AIS di Siena guidati da Marcello Vagini assaggiano dei grandi Brunello insieme a Donatella Cinelli Colombini e alla sua cantiniera Barbara Magnani
E’ difficile dire qualcosa di nuovo sul Brunello ai Sommelier AIS di Siena, per loro il Brunello è un vino di “prossimità”, conosciuto, degustato, visitato da decenni. Eppure Donatella Cinelli Colombini ha saputo proporre vini e argomenti capaci di creare attenzione e persino discussione. In primo luogo la storia della sua giovane azienda, nata nel 1998, come una fida al femminile. Casato Prime Donneè ormai una bandiera delle pari opportunità fra le botti.
La degustazione di futuro Brunello 2010, Brunello, Prime Donne e Riserva 2008, Brunello Riserva 2007, 2006 e 2004 ha permesso di approfondire l’evoluzione stilistica di questo vino dalle forme “muscolose” di fine Novecento al nuovo stile più rispettoso dell’identità del vitigno e del territorio, che caratterizza la fase attuale. Donatella ha raccontato, della piccola vigna “Ardita”, piantata quasi per errore, su un terreno geologicamente poco favorevole, che sta sorprendendo tutti con risultati spettacolari. Dopo 14 anni di lavoro, investimenti e sperimentazioni il sogno di un Brunello di perfetta armonia sta diventando realtà.
Uno spazio a parte ha avuto la discussione su alcuni “luoghi comuni” fortemente radicati. Come quello che il Brunello sia una bomba tannica che perde l’astringenza solo dopo decenni. Un pregiudizio che conduce a trovare “commerciali” i Brunello morbidi e armonici fino dai primi anni di commercializzazione. In realtà i tannini astringenti derivano da un errore nella vendemmia e soprattutto nella vinificazione.
Uve con vinaccioli verdi e con polifenoli scarsamente “estraibili” cioè imprigionati nelle bucce, danno vini verdi, astringenti e magri. Questo tutti lo sanno! Il processo di polimerizzazione, che avviene con gli anni, attenua gli effetti di un errore che comunque non può essere cancellato. C’è inoltre un’altra possibile origine all’astringenza: il deficit di ossigeno durante la fermentazione e la fase post fermentativa. Ricordate le tinaie sovraffollate di contenitori che caratterizzando la fine del Novecento? Paragonatele alle cantine dei conventi, degli chateaux, delle ville aristocratiche dove avvenivano le fermentazioni “storiche”, noterete che questi ultimi ambienti erano enormi con soffitti altissimi e contenevano tini in legno relativamente piccoli e aperti superiormente. Una situazione ideale per far nascere grandi vini grazie al rapporto favorevole fra il mosto e l’ossigeno dell’aria che alimenta i lieviti e satura con OH i legami aperti. Questo è
all’origine di molecole stabili che garantiscono la longevità del vino e, in bocca, non si legano alla saliva con effetto astringente. Per questo i grandi Brunello dei nostri nonni, nelle annate favorevoli e vinificati in tini di legno che mantenevano bassa la temperatura di fermentazione, erano così soavemente eleganti, profondi, morbidi e longevi. Oggi il global warming ha moltiplicato le vendemmie favorevoli e bisogna trovare, nella natura e nella tradizione, il modo di trasformarle in eccellenze enologiche mantenendo intatti i caratteri tipici del Brunello cioè la sua meravigliosa eleganza.