
Primi consuntivi della vendemmia nella Doc Orcia
Nella DOC Orcia perso oltre metà del raccolto dell’uva. La siccità ha inciso per il 60% del calo che la restante parte è dipeso da cinghiali e caprioli

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Primi consuntivi della vendemmia 2017
La vendemmia delle uve rosse non è ancora finita ma è già possibile fare una prima stima dei cali produttivi nei 12 comuni della DOC Orcia che appare una delle zone toscane con situazione più grave. Rispetto a una previsione UIV di -32% nella regione la DOC Orcia potrebbe registrare medie di perdite che superano il 50%.
Si sono infatti sommati tre problemi: uno, più marginale, relativo alla gelata di fine aprile, quelli più devastanti causati dal clima e dagli ungulati che qui sono stati più numerosi e famelici che altrove.

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La zona più colpita, dagli effetti del caldo e della mancanza di piogge, risulta quella di Sarteano ma anche i comuni di Trequanda e Buonconvento lamentano forti riduzioni produttive legate alla siccità. Purtroppo a questa calamità si è sommato un autentico attacco da parte degli ungulati che sono arrivati nelle vigne fino da giugno mangiando anche l’uva acerba nel tentativo di sfamarsi e dissetarsi. La selvaggina di grossa taglia arriva generalmente fra i filari a settembre quando l’uva inizia ad essere dolce, mentre quest’anno l’assalto è avvenuto con enorme anticipo quando ancora i vigneti non erano protetti dai recinti elettrificati. Il risultato è stato devastante con perdite complessive che toccano fino all’80% del raccolto d’uva. I danni causati da cinghiali e caprioli, in qualche caso, eguagliano o superano persino quelli della siccità.Un vero disastro per il bellissimo territorio dell’Orcia, in gran parte iscritto nel patrimonio

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dell’umanità Unesco proprio per l’integrità dei suoi centri d’arte e del suo paesaggio agricolo. Un territorio molto grande che comprende i comuni di Buonconvento, Castiglione d’Orcia, Pienza, Radicofani, San Quirico d’Orcia, Trequanda e parte di Abbadia San Salvatore, Chianciano Terme, Montalcino, San Casciano dei Bagni, Sarteano e Torrita di Siena.
<<In questa particolare annata l’assenza di piogge e i terreni sabbiosi, presenti in alcune aree della denominazione, hanno trasformato il bellissimo paesaggio in una zona arida con boschi di querce seccati dal sole. Inoltre, come è ben noto, in Toscana la selvaggina di grandi dimensioni è 4 volte superiore alla media nazionale ed è concentrata nella Provincia di Siena dove, per anni, il contenimento degli ungulati è stato particolarmente carente>> spiega Donatella Cinelli Colombini, Presidente del Consorzio del vino Orcia commentando le ragioni di una situazione che mette in grave difficoltà le aziende agricole e le persone che ci lavorano.
Gli scarsi risultati in termini produzione d’uva sono compensati da una qualità che appare buona e in certi vigneti eccellente grazie alla sanità dei grappoli e all’ottima concentrazione di estratti negli acini dal calibro inferiore alla norma. E’ il vitigno Sangiovese, il fil rouge che lega la denominazione Orcia nata il 14 febbraio 2000 e prodotta in circa 60 cantine, nella maggior parte dei casi molto piccole. L’Orcia comprende la varietà Orcia ottenuto da uve rosse con almeno il 60% di Sangiovese e la tipologia “Orcia Sangiovese” con almeno il 90% di questo vitigno, entrambe anche nella tipologia “Riserva”, ma la denominazione comprende anche le tipologie Bianco, Rosato e Vin Santo.