Italia in rosa

Rosato, il vino dei giovani

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Rosato il vino fresco e spensierato dei giovani che in Italia non sfonda e invece in Francia va fortissimo 

Vino rosato

Vino rosato

Di Donatella Cinelli Colombini, Montalcino, Casato Prime Donne

L’Italia in Rosa 2016 a Moniga del Garda ha messo a segno un successo senza precedenti con 130 produttori e oltre mille visitatori ma soprattutto ha aperto una finestra su una tipologia di cui si parla molto e si conosce poco: il rosato. Federico Latteri ha scritto un dettagliato resoconto su Cronache di Gusto dal quale ho attinto con aggiunte e commenti di altra fonte.
Il consumo di rosati nel mondo è di 22,7- 24 milioni di ettolitri cioè circa il 9% del totale. La moda del rosato cresce, non c’è alcun dubbio, persino lo Champagne rosè va forte. Solo in Italia i consumi sono in calo. Gli aumenti più consistenti sono in Regno Unito, Svezia, Canada e Hong Kong e in Francia dove, fra il 2002 e il 2004 ha segnato un +43%.
Il Paese che consuma una maggior quota di vini rosati sul totale dei vini fermi è il Brasile (25%) seguito dalla Francia e sorprendentemente dalla Cina con il 18%.

vino rosato

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Il successo del rosato va messo in diretta correlazione con una nuovo stile di vita in cui sono diventati frequenti i pasti veloci, freddi, multietnici, da accompagnare a vini poco complicati come appunto sono i rosati. E’ insomma un vino friendly, la cui immediatezza e piacevolezza sono forse alla base dell’apprezzamento dei giovani.
In effetti il grafico presentato da OIV mostra come, in tutto il mondo, i consumatori di rosato siano i giovani sotto i 25 anni. Con il crescere dell’età questa predilezione cala visibilmente come se il rosato si associasse a uno stile di consumo spensierato e festaiolo tipico dei teenager.Secondo l’OIV i maggiori produttori sono i francesi e gli spagnoli (31% e 24% della produzione 2014), seguiti dagli USA (14%) e dall’Italia (10%), mentre i maggiori consumatori mondiali sono di gran lunga i francesi che con 8 milioni di ettolitri (33% del

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totale mondiale) per cui sono costretti a importarne anche rosato dall’estero.
Il 40% dei rosè francesi viene dalla Provenza dove questa tipologia riveste il 90% della produzione totale. Michel Couderc, responsabile del Centro Studi ed Economia del Conseil Interprofessionel Vins de Provence ha illustrato a Moniga del Garda le strategie e gli investimenti di marketing che portano su i prezzi e l’apprezzamento domestico e internazionale. Qualcosa di molto diverso dallo scenario italiano dove una strategia sembra completamente assente. Secondo Tiziana Sarmari, analista di mercato di Ismea, mancano persino notizie precise sulla produzione italiana che dovrebbe aggirarsi sul 5 % dei volumi e il 4 % dei valori rispetto al totale del vino. Una prima risposta arriva da Lucia Nettis, direttrice di Puglia in Rosè, che lancia l’idea degli “Stati generali del Rosato” per coordinare gli interventi soprattutto all’estero. Intanto la Puglia, maggiore produttrice di rosati in Italia, ha presentato il primo progetto OCM per eventi negli Stati Uniti, Messico ed Hong Kong in cui tutte le bottiglie pugliesi saranno presentate ai buyers in eventi collettivi.