
Sigari toscani e Brunello che passione
Gli stortignaccoli toscani che amano i grandi vini. Un inferno di fiamme goduto beatamente con gradi Brunello, Amarone, Bolgheri per contaminazioni intriganti
Visto per voi da Donatella Cinelli Colombini
Gli abbinamenti più classici dei sigari sono con distillati importanti come il whisky single malt, ma la stanza dei sigari è sempre più popolata da donne e il vino cresce di importanza. <<Lasciate perdere i distillati — ha consigliato da Marco Tonelli primo habanos sommelier italiano — meglio i vini, che rinfrescano il palato grazie alla temperatura di servizio. Ma anche grazie al grado di acidità che stimola la salivazione>>.
SIGARO TOSCANO E VINO
In questo post mi soffermerò appunto sul matrimonio di sensi più cool: sigaro toscano e vino. Parto dal delizioso articolo scritto da Luciano Ferraro (leggetelo nel blog DiVini del Corriere della Sera) dove Marco Tonelli consiglia un Prosecco con poco zucchero residuo insieme al sigaro Toscano Soldati e la Malvasia dolce accompagnata dall’Antico Toscano. Marco Starace, anche lui celebre sommelier e sigar-lover al punto di creare un master itinerante sull’abbinamento fra i sigari e nobili bevande, consiglia di gustare il Toscano Garibaldi con il Ferrari Riserva e l’Extravecchio con un grande passito.Una complessità di tipologie e abbinamenti in cui è difficile districarsi. C’è tuttavia un punto su cui tutti i grandi estimatori concordano:
sigari e vino devono andare in crescendo nel corso della giornata riservando alle ore della sera la massima intensità. E’ questo il momento per i sigari Toscani stortignaccoli. Si tratta di sigari d’autore fatti con tabacco kentucky e invecchiati sei mesi. Portano i nomi di celebri fumatori come Modigliani, Garibaldi o Soldati. C’è poi “Il Moro” invecchiato 12-18 mesi, fatto a mano (500 al giorno solo da donne espertissime) e commercializzato in confezioni singole. La grande complessità aromatica di quest’ultimo sigaro si sposa magnificamente con un grande Brunello riserva e le sue note di confettura di piccoli frutti rossi, di cioccolato, caffè e spezie che rimangono a lungo piacevolmente in bocca.
Alessandro Morichetti, il simpaticissimo blogger che ho conosciuto a Barolo, ha scritto un monumentale post sull’abbinamento fra sigari e vino (Intravino 2009) dove compare la frase lapidaria << Toscano Extravecchio, probabilmente il miglior sigaro-da-vino del mondo>> da fumare << rigorosamente alla maremmana, cioè per intero>>.
Sulla contaminazione sigaro-vino ci sono libri come il <<Giro del mondo in 80 sigari>> di Paolo Brinis e il <<Toscano nel bicchiere>> di Fabrizio Franchi e soprattutto associazioni: maledetto toscano club, club dello stortignaccolo, club Amici del Toscano….
Attraverso di loro è possibile trovare appuntamenti, racconti e suggestioni.
Chiudo con una frase di Gianni Brera, l’indimenticabile giornalista sportivo che ha dedicato all’enogastronomia pagine indimenticabili <<Fumare il Toscano è una goduria greve e forte, del tutto priva di frivole moine. La bocca si riveste di una gromma rugginosa sulla quale, sfregato, si accenderebbe anche un fiammifero di legno. Se reggi alle fiammate di quell’inferno, puoi chiamarti beato>>.