AUMENTI DEI PREZZI DEI VINI COME DOVE E PERCHE’

prezzo del vino nel mondo dove cala e dove cresce

AUMENTI DEI PREZZI DEI VINI COME DOVE E PERCHE’

IL MERCATO DEL VINO IN GROSSISSIMA DIFFICOLTA’ IN TUTTO IL MONDO E SU TUTTE LE TIPOLOGIE MENTRE I PREZZI SULLO SCAFFALE SALGONO E SOLO LA NUOVA ZELANDA HA SUCCESSO

prezzo del vino nel mondo dove cala e dove cresce

prezzo del vino nel mondo dove cala e dove cresce

di Donatella Cinelli Colombini #winedestiation

Gli elementi da considerare sono molti: i costi di produzione del vino sono molto aumentati, l’invenduto nelle cantine è a livello più alto degli ultimi anni, i consumi interni e le esportazioni sono in discesa, infine la vendemmia 2023 è in netto calo anche se le stime Assoenologi UIV parlano solo del 12% cioè 6 milioni di ettolitri.

SCENARIO MONDIALE MOLTO CRITICO

Una tempesta perfetta che sta penalizzando produttori e consumatori.
L’attuale scenario critico probabilmente non si evolverà in modo positivo nel breve termine. Infatti le sue cause sono stabili. Il cambiamento climatico che mette alla fame una parte del mondo più povero e causa disastri in quello più ricco. La guerra in Ucraina che ormai è diventata di logoramento reciproco. L’inflazione e il conseguente aumento del costo del denaro che hanno un effetto svuota-tasche per i consumatori di tutto il mondo.
Alla fine l’attacco di peronospora che ha decimato i grappoli nelle vigne italiane è stato salutato quasi come una soluzione al problema dell’eccesso di giacenze nelle cantine. Infatti l’incremento di vendite, che sarebbe stato il rimedio più giusto, è impossibile perché a tutti i guai descritti sopra si aggiunge la fuga dal vino dei consumatori giovani.
Resta da capire se l’aumento dei listini che si sta profilando – prima con i bianchi e poi anche con i vini rossi – venga sopportato da un mercato in chiara difficoltà.

CALO DEI CONSUMI

Nei primi 8 mesi dell’anno il GDO ha registrato -3% dei volumi e +3,8% della spesa evidenziando un tentativo dei consumatori contenere gli aumenti comprando di meno. Anche l’export è in chiara difficoltà con un – 1,4 in volume e -0,4 in valore nei primi sei mesi dell’anno. (Tiziana Sarnari, Analista Ismea pubblicati da Trebicchieri settimanale economico del Gambero Rosso)

In questo scenario preoccupante, il rapporto Agronetwork Nomisma presentato a Nipozzano dai Frescobaldi, prova ad accendere qualche luce. Nei prossimi due – tre anni cresceranno in Italia i consumi di vini con certificazione sostenibile (38%) e a marchio biologico (37%), seguiti da quelli prodotti da vitigni autoctoni (34%) e da piccoli produttori (32%).
Le nostre cantine prevedono che la domanda estera si concentrerà su vini a bassa gradazione alcolica. In parallelo, si è assistito a una riqualificazione dell’export, con il calo del peso degli sfusi (attuale 19% in volume) a favore di spumanti e imbottigliati che rappresentano, rispettivamente, il 24% e il 57% dell’export di vino. Penserete: è un effetto dell’ottimo lavoro fatto dalle cantine italiane dal 2012 in avanti quando sono passate dai 4,7 mld di euro di export ai 7,8 miliardi del 2022 (+68% in 10 anni). Giusto ma fino a un certo punto perché anche il mercato degli sfusi mostra grossissimi problemi e non si tratta di spiccioli ma del 7% in valore e del 30% in quantità di tutto il vino esportato nel mondo cioè poco meno di un miliardo.

PERSINO I VINI SFUSI IN AFFANNO CON PREZZI IN CALO

I dati arrivano della “World Bulk Wine Exhibition” di Amsterdam che è la fiera più importante del vino sfuso. Per il vino in cisterna il 2022 si era chiuso con 2,6 miliardi di euro di business e una crescita del +5,2%. La ora le cose vanno male, il prezzo medio è sceso del 2,3% passando da 76 a 74 Euro ad ettolitro, ovvero 74 centesimi al litro. Ci sono gli Spagnoli che vendono a 46 centesimi al litro e l’Italia a 78 centesimi mentre la Francia ha un prezzo medio di 1,53€ calato del 20%. Piangono persino gli australiani che sono il terzo esportatore mondiale di vini sfusi e registrano il 14% di calo di prezzo mentre gli unici con grosse performance di prezzo sono quelli della Nuova Zelanda che cresce in valore del +48%, per 105 milioni di euro, e del 35% in volume. Sarà forse quello della Nuova Zelanda, terra di vini bianchi con tappo a vite, l’esempio da seguire per trovare un nuovo equilibrio?