Chianti Classico territorio di grandi vini e grandi celebrità

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Chianti Classico territorio di grandi vini e grandi celebrità

Il fantasma di Bettino Ricasoli barone di ferro alle vacanze di Tony Blair. Chianti Classico, un territorio glamour e anglofono che produce grandi vini e moda

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PARTE SECONDA

Di Donatella Cinelli Colombini, Chianti Superiore, Fattoria del Colle 

Il personaggio centrale nella storia del Chianti è Bettino Ricasoli (1808-1880), il Barone di Brolio, uomo di rigidezza così inflessibile da essere soprannominato “il barone di ferro”. Ancora oggi il suo fantasma vestito di nero e in sella a un cavallo, terrorizzi chi si trova, di notte, nel parco del suo splendido castello. Ricasoli fu due volte Presidente del Consiglio del neo nato Regno d’Italia e primo ministro dell’Agricoltura. A lui si deve, nel 1872,  la  “formula” del Chianti:   7/10 di Sangiovese 2/10 di Canaiolo e 1/10 di Malvasia. Quello stesso anno il

Chianti-Classico-Collection-2009-1

Chianti-Classico-Collection

Chianti del Castello di Brolio vinceva la medaglia d’oro all’Esposizione internazionale di Parigi a significare il grande sforzo profuso dal Barone nella qualificazione dei suoi vini.

Nel tempo questa sorta di ricetta è radicalmente variata: rimane un predominanza di Sangiovese  – obbligatorio per almeno l’80% – mentre il restante 20% può essere di vitigni a bacca rossa autoctoni come il Canaiolo o il Colorino e internazionali come il Merlot o il Cabernet. Dal  2006 sono state vietate uve bianche.

Chianti-Classico-Presidente-Sergio-Zingarelli

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Chianti Classico e Chianti erano una sola DOC nel 1967, anche se con regolamenti diversi. Rimangono legati fino al 1996 quando la zona storica diventa una DOCG autonoma. L’ultimo taglio al cordone ombelicale fra le due denominazioni, arriva nel 2010 quando viene deciso che nell’area del Chianti Classico non possa essere prodotto Chianti.

Negli ultimi vent’anni il cammino solitario del vino Chianti Classico ha condotto quest’area a grandissimi traguardi in 100 mercati del mondo. Oggi la piramide qualitativa ha in cima la Gran Selezione creata nel 2013 e vengono organizzati eventi spettacolari come il Chianti Classico Collection durante le anteprime di Toscana alla Stazione Leopolda di Firenze.

Ma questa non è più leggenda, neppure storia ma è attualità. Un bel sogno che non riguarda solo il vino.

Chianti-Classico-cantina-Antinori

Chianti-Classico-cantina-Antinori

 

Nella seconda metà del Novecento il Chianti Classico si spopolò di contadini, attratti dal lavoro in fabbrica e la vita più facile in città. I casolari vuoti e inizialmente a buon mercato, divennero ville di ricchi stranieri. La prima immigrazione fu inglese e prese dimensioni così ampie da suscitare il nomignolo “chiantichire” quasi il Chianti fosse una contea britannica. Una dei nuovi abitanti fu la stilista Mary Quant inventrice della minigonna che, per un certo periodo, fu la proprietaria di  San Felice. Più di recente e più saltuariamente arrivava in zona il Primo Ministro Tony Blair e ancora in quegli anni un gruppo di politici tedeschi così numeroso da farli bollare con il nome Toskana Frazione.

Oggi i casali, di valore milionario, sono trasformati in ville creando un paesaggio “turisticizzato” dove i nuovi proprietari hanno uno stile glamour soprattutto in estate, con banchetti, concerti, e party danzanti. Tocco finale a questo mix di vigneti e country lusso la creazione del laboratorio per la produzione di borse  Céline della multinazionale del lusso Lvmh, a Radda. Aprirà nel 2019 e popolerà il paese di 1.600 abitanti con nuovi residenti stilisti di moda.

Il successo del Chianti Classico è anche questo.