Sfide di vino fra Oxford – Cambridge. E noi?
Creare squadre di assaggiatori – studenti nelle università più importanti, ecco una formula nuova per far entrare il vino nello stile di vita dei giovani TOP
Donatella Cinelli Colombini, Montalcino, Brunello
E’ noto come le maggiori università inglesi abbiano cantine fornitissime e club di wine lovers ma la sorpresa è leggere della sfida Oxford Cambridge all’ultimo assaggio.
Una sfida ad altissimo livello con due superstar del giornalismo enologico come giudici –Jancis Robinson MW e Hugh Johnson- e una fornitura di vini da parte di Justerini & Brooks uno dei wine mercian più importanti del mondo per il suo sterminato portafoglio di eccellenze enologiche.
Quindi una sfida degna delle università che ogni anno si contendono con Harvard, MIT e Stanford il podio mondiale delle migliori del mondo. E anche lo sponsor non è uno qualsiasi Pol Roger lo Champagne preferito da Winston Churchill. E’ stato proprio il direttore della maison francese – Cassidy Dart- a scegliere i 6 vini rossi e i 6 bianchi che i contendenti hanno assaggiato con bottiglie rigorosamente bendate in 40 minuti.
Fra essi c’era anche Correggio Arneis 2016 Roero e un Rosso di Montalcino 2013 de Le Ragnaie. Due vini decisamente difficili perché di vitigni autoctoni e, almeno nel secondo caso, con un affinamento insolitamente lungo. E non erano i vini più complicati! Fra i bianchi in assaggio c’era Aligoté della Borgogna che ha messo in crisi tutti, poi il Riesling della Mosella di JJ Prüm e uno Chardonnay neozelandese. Mentre fra i rossi un Pinot Noir, una Ribera del Duero e cru Beaujolais.
Alla fine la 41° sfida è stata vinta da Oxford con 768 punti contro i 632 di Cambridge ma, come ha giustamente osservato la Master of Wine Jancis Robinson il team di Oxford beneficiava di un lungo training di Hanneke Wilson (Oxford Companion e Wine) mentre la squadra di Cambridge era composta soprattutto da esordienti con una coppia esperta solo di vini australiani. Se in pochi mesi sono arrivati alla preparazione attuale la Robinson prevede che l’anno prossimo daranno filo da torcere ai colleghi di Oxford che difficilmente conquisteranno il quinto titolo consecutivo.
Questa sfida potrebbe essere considerata un’espressione del tipico spirito sportivo inglese, esattamente come la celebre regata di canottaggio Oxford -Cambridge giunta ormai alla 164° edizione. Oppure potremmo considerare la sfida fra i team di degustatori di vino all’interno della tradizione di grandi bottiglie – soprattutto francesi – che caratterizza gli ambiti accademici inglesi più prestigiosi.
Invece a me piace pensare che sia un’autentica genialata per avvicinare i giovani più talentuosi al vino e soprattutto al buon vino. Un modo per creare una moda, un trascinamento. Per questo trovo straordinariamente positivo che siano stati coinvolti i più famosi critici del vino inglesi e sia stata data una visibilità mondiale all’iniziativa, per cui anche The New York Times ne ha scritto.
E mi chiedo perché non organizzare in Italia una sfida Louiss contro Bocconi con i direttori delle maggiori guide del vino come arbitri?
Sarebbe un bel segnale nei confronti dei giovani e uno sprone a bere meno e meglio. Forse sono proprio esempi positivi di questo genere che spingono i giovani a cambiare il loro stile di vita a vedere il vino come parte di una nuova tendenza aperta, creativa, capace di dare emozione, amicizie e un rapporto diverso con i territoti.