TRICIA CONOVER E LE DOMANDE DEI WINE LOVERS
WINE WANDERINGS DI TRICIA CONOVER CI MOSTRA QUALI SONO LE DOMANDE DEI WINE LOVERS SULLE RICERCE ONLINE, COSA CHIEDERE IN CANTINA E AL RISTORANTE...
WINE WANDERINGS DI TRICIA CONOVER CI MOSTRA QUALI SONO LE DOMANDE DEI WINE LOVERS SULLE RICERCE ONLINE, COSA CHIEDERE IN CANTINA E AL RISTORANTE...
Dopo 13 anni al Wine Advocate-Robert Parker, la Master of Wine Lisa Perrotti Brown si dimette da capo redattore e fonda The Wine Independent
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di Donatella Cinelli Colombini
Il percorso che sta facendo Lisa Perrotti Brown ha dei precedenti in James Suckling e Antonio Galloni. Il primo era responsabile dei vini italiani per Wine Spectator e ora ha un’agenzia con il suo nome che pubblica su un seguitissimo sito e organizza eventi.
Galloni sembrava destinato a diventare l’erede di Robert Parker e poi ha creato il suo portale di assaggi Vinous che è ormai molto influente.
Tra le donne la sola con un proprio organo di comunicazione di statura internazionale è Jancis Robinson che proprio recentemente è stato venduto a un gruppo editoriale.
Ma quella di Lisa Perrotti Brown non è solo un progetto sul vino è quasi una rivoluzione.
Il sito The Wine Independent è in versione provvisorio e sarà totalmente operativo a maggio. Accanto a Lisa c’è il fotografo svedese Johan Berglund, noto per le immagini delle cantine di Bordeaux. Insieme detengono il pacchetto di maggioranza di The Wine Independent che per il resto è di un gruppo di wine lovers svedesi, nessuno dei quali coinvolto nel wine business.
Fin qui le informazioni diffuse da TheDrinksBusiness non sorprendono ma le dichiarazioni di Lisa Perrotti Brown sono un autentico outing <<il consumatore che legge una pubblicazione che gli dice cosa dovrebbe e non dovrebbe comprare non ha idea che ci siano altri affari dietro le quinte>>.
Un’accusa forte che viene ribadita più avanti riferendosi alla sua nuova testata <<non ci sarà mai alcun compromesso sull’integrità, e questo deriva dal fatto che noi (lei e Berglund) siamo azionisti di maggioranza e gli altri sono molto d’accordo con la nostra etica>>. Persino nel comunicato stampa di lancio del The Wine Independent si dice che la nuova pubblicazione <<torna agli elevati standard etici inizialmente sostenuti da Robert M. Parker, Jr. quando dette vita a The Wine Advocate in 1978>>.
Comunicazione del vino sorridente, emozionante e senza tecnicismi. I giovani wine influencer mandano in pensione la scheda da degustazione “old style”
Wine-Influencer-Wine-Gini-I
di Donatella Cinelli Colombini
Ironia è lo stile scelto dalla maggioranza dei giovani top wine influencer. Lo stile divertente, fantasioso e, a volte trasgressivo, crea immagini virali che vengono condivise e ricordate.
Faccio qualche nome: Georgia Panagopoulou, cioè WineGini oppure Stefano Quaglierini cioè Italian_Wines che pur avendo una solida base tecnica (la prima ha fatto il Master OIV e il secondo è Dottore Enologo) usano un approccio friendly e autoironico per raccontare la realtà del vino. In altro settore, ma altrettanto efficace, è Fabrizio Nonis, il Beker, macellaio influencer che lascia sempre alla carne il ruolo da protagonista. Ovviamente esistono anche i Top wine influencer e wine instagramers “vecchio stampo” come Jancis Robinson e James Suckling, ma la loro sconfinata competenza e reputazione mi sembra davvero fuori portata per i comuni mortali.
La categoria degli influencer sta crescendo velocemente di importanza con grande disappunto di molti dei wine critics tradizionali che, anche durante gli eventi, manifestano nei loro confronti una evidente insofferenza.
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Nonostante ciò cresce il numero delle cantine che invitano o utilizzano gli influencer per aumentare la propria visibilità online. Questo è testimoniato dai dati Nomisma WineMonitor presentati in occasione di Wine2Wine 2020: il 24% delle grandi imprese, durante il lockdown, ha fatto ricorso a podcast/video (sui podcast è utile vedere quelli di Vinitaly International – Italian Wine Podcast diretto da Stevie Kim) con chef/sommelier/influencer mentre un altro 21% pensa di farlo nel futuro.
I bicchieri da vino sicuramente sbagliati sono incisi, colorati o senza stelo. Quelli giusti sono calici in cristallo ma sulla loro forma le opinioni divergono
di Donatella Cinelli Colombini
Ci sono degli elementi certi: il bicchiere da vino non deve essere colorato o avere dei disegni sulla coppa. Trovo sbagliata l’abitudine a incidere stemmi, loghi o scritte celebrative su quella parte del bicchiere sia perché impedisce il corretto apprezzamento del vino, sia perché rende imbarazzante l’uso in tavola di quei calici da parte dei clienti che li hanno ricevuti in dono.
Quindi sconsiglio, agli organizzatori di eventi o alle cantine, di puntare su questo genere di oggetti per scopi promozionali a meno che non ci sia una strategia precisa. Per esempio il consorzio Doc Orcia ha finanziato dei bicchieri da vino distribuendoli nei ristoranti e nei wine bar del suo territorio di produzione.
Bicchiere-da-vino-una-tipologia-oppure tate
Su ogni calice c’è la scritta <<sei nel territorio dell’Orcia, il vino più bello del mondo, bevilo>>. Un esplicito invito a completare la propria esperienza turistica con l’assaggio dei rossi nati nello stesso luogo.
Altro elemento sicuramente sbagliato è l’incisione. I bicchieri di cristallo finemente intagliati sono belli da vedere ma intralciano l’apprezzamento del vino. Purtroppo le cristalliere sono piene di preziosi bicchieri del genere. Anch’io ho ancora quelli che mi furono regalati per il matrimonio e che non ho mai usato. Nessuno li mette in tavola e quindi non si rompono e ingombreranno in eterno gli armadi di casa. C’è da sperare che vengano inventate creme, cocktail o altri sistemi adatti per loro.
Il cristallo da vino deve essere un calice bianco trasparente, liscio, sottile e abbastanza elastico. I cristalli di 40 anni fa erano talmente rigidi da diventare rasoi quando si rompevano durante l’asciugatura, cosa che succedeva spesso. Anche mio marito ha i segni di un bicchiere e dei punti per ricucire il taglio sulla mano sinistra. A quel tempo il numero dei bicchieri che si rompevano, nello stelo oppure sui bordi della coppa, era altissimo. Solo più recentemente le cristallerie hanno inventato degli impasti capaci di combinare elasticità e brillantezza dei materiali. Inoltre la forma delle coppe si è modificata. Era tondeggiante oppure somigliava al bicchiere da Cognac con i bordi superiori in fuori. Oggi la stragrande maggioranza dei calici ha la silhouette di un grande boccio di tulipano con i lati dritti o leggermente curvi che fanno scivolare dolcemente il vino in bocca invitando a bere a piccoli sorsi.
James Suckling, Joey Jude, Georgia Panagopoulou sul podio dei TOP wine influencer del mondo e 4 italiani nei primi dieci: Georgia, Emanuele Trono, Giulia Sattin e Francesco Saverio Russo
James Suckling: n°1 wine influencer nel mondo su Instagram
di Donatella Cinelli Colombini
La classifica è basata sul numero dei followers e James Suckling stacca tutti di molte lunghezze con i suoi 256.000 seguaci ma nella lista di 100 nomi pubblicata da Feedspot ci sono anche influencer che hanno meno followers di me. Ma all’inizio è pubblicata la raccomandazione di migliorarsi accrescendo i propri contatti. Per cui non arrendiamoci, arrivare al livello di Suckling sarà difficile ma non arrendiamoci!!!!
Alcune considerazioni complessive: c’è una netta differenza fra chi fa il critico enologico come James Suckling o Jancis Robinson e chi invece è un instagrammer di professione e si mantiene sponsorizzando vini e cantine. Questa tipologia di influencer è facilmente riconoscibile perché i contenuti sono più semplici, ma le immagini mostrano sempre lui, o più frequentemente lei, in posa fotografica. Per fortuna, fra quelli che vi presento di seguito, gli influencer “costruiti” sono pochi ma, chi si diverte a scorrere la lista dei 100 presentati da Feedspot ne troverà tantissimi ed è un peccato perché in mezzo ci sono veri professionisti e grandi conoscitori del vino come Julien Miquel oppure il Master of Wine Tim Atkin.
Wine.gini – Top Wine influencer su Instagram
1) Dunque primo assoluto con 100.000 followers di distacco dal secondo è il grande James, strepitoso assaggiatore che per anni ha lavorato per Wine Spectator e poi ha creato un’attività di comunicazione tutta sua con basi in Toscana e Hong Kong. Amante dei vini di grande impatto e personalità, Suckling ha uno stile diverso da tutti i wine critics. Invita i produttori a cena, organizza feste musicali per loro oltre ovviamente ai grandiosi eventi con degustazione in giro per il mondo. Predilige ciò che è esclusivo e di tendenza per cui assaggia solo nei suoi bicchieri e ne ha una serie creata appositamente per lui con gambi elegantemente decorati. Noi toscani e specialmente noi di Montalcino, siamo contenti di vederlo così in alto nelle classifiche perché il nickname di Suckling è Mr. Brunello.
2) Secondo in classifica Once Upon A Wine dell’avvocato australiano Joey Jude con quasi 131.000 followers. Le bollicine francesi hanno un posto privilegiato nel suo cuore.
La richiesta di un calice unico viene da ristoranti, enoteche e semplici wine lovers ma ora è la MW Jancis Robinson a schierarsi per il calice unico
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Di Donatella Cinelli Colombini, Brunello, Casato Prime Donne
Un calice solo per tutti i vini. Non è un’idea nuova anzi; nel 2012 partecipai alla presentazione di Chateau Baccarat creato dalla più celebre cristalleria del mondo con 250 anni di storia di cristalli molati. Un bicchiere rivoluzionario con un lungo stello a sorreggere una coppa con base quasi piana che si allarga molto per poi salire dritta verso una bocca molto stretta in modo da concentrare gli odori come in un imbuto aromatico. Lo scorso anno ho sentito il progetto di un calice altrettanto rivoluzionario a Portopiccolo durante in meeting nazionale delle Donne del Vino; è
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stato creato da Luca Bini per Italesse in 3 anni di prove. Un calice molto femminile e molto versatile, ma soprattutto capace di esaltare qualunque vino anche se nasce per le bollicine.
C’è dunque una diffusa controtendenza rispetto alla consueta proposta commerciale che ha riempito i nostri armadi di calici per bollicine, rossi giovani, rossi invecchiati, vini da meditazione … Hanno lavorato ai nuovi bicchieri “millevini” grandi assaggiatori e designer di grande livello. Non si tratta dunque di scelte di basso profilo e lo dimostra il prezzo esorbitante degli Chateau Baccarat.
Creare squadre di assaggiatori – studenti nelle università più importanti, ecco una formula nuova per far entrare il vino nello stile di vita dei giovani TOP
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Donatella Cinelli Colombini, Montalcino, Brunello
E’ noto come le maggiori università inglesi abbiano cantine fornitissime e club di wine lovers ma la sorpresa è leggere della sfida Oxford Cambridge all’ultimo assaggio.
Una sfida ad altissimo livello con due superstar del giornalismo enologico come giudici –Jancis Robinson MW e Hugh Johnson- e una fornitura di vini da parte di Justerini & Brooks uno dei wine mercian più importanti del mondo per il suo sterminato portafoglio di eccellenze enologiche.
Quindi una sfida degna delle università che ogni anno si contendono con Harvard, MIT e Stanford il podio mondiale delle migliori del mondo. E anche lo sponsor non è uno qualsiasi Pol Roger lo Champagne preferito da Winston Churchill. E’ stato proprio il direttore della maison francese – Cassidy Dart- a scegliere i 6 vini rossi e i 6 bianchi che i contendenti hanno assaggiato con bottiglie rigorosamente bendate in 40 minuti.
Fra essi c’era anche Correggio Arneis 2016 Roero e un Rosso di Montalcino 2013 de Le Ragnaie. Due vini decisamente difficili perché di vitigni autoctoni e, almeno nel secondo caso, con un affinamento insolitamente lungo.
10 TOP Twitter del vino di cui essere follower: Jancis Robinson, Gavin Quinney, Joe Fattorini …. ecco chi fa davvero opinione
Jancis Robinson la prima fra i Twitter del vino
Di Donatella Cinelli Colombini
Se sei un vero wine lover e vuoi essere sempre aggiornato su quello che succede nel mondo del vino e soprattutto sulle opinioni che fanno tendenza diventa follower di questi 10 account Twitter.
La selezione dei 10 TOP Twitter del vino viene da The Drinks business un portale super informato e molto attendibile. A 11 anni dalla sua nascita twitter ha 328 milioni di utenti che mandano 6.000 tweet al secondo e 200 miliardi di tweet all’anno.
Nel vino tutti mandano tweet: cantine, distributori, negozi, giornalisti, riviste, blogger ….. la lista dei 10 migliori account da seguire è una scelta di The Drinks Business e privilegia i sudditi di Sua Maestà Elisabetta II ma indica dei personaggi di enorme influenza mondiale
Joe Fattorini fra i 10 migliori twitter del vino del mondo
Tom Harrow @winechapUK è il fondatore d ell’ UK wine retailer Honest Grapes una specie di club etico di chi si occupa di vino
Fiona Beckett @winematcher giornalista del Guardian e di Decanter
Gerard Basset mitico esperto che addiziona-unico al mondo- tutti i titoli più importanti: MS MW MBA MSc OBE @GerardBassetOBE
Jamie Goode @jamiegoode è un biologo vegetale con PhD e scrive di vini, luoghi e personaggi
Sam Neill @TwoPaddocks produttore di vino e attore neozelandese con un’ironia esilarante anche su argomenti seri.
E’ possibile valutare l’importanza dei wine blog in base a parametri interni al web invece che dal numero dei lettori o dalla capacità di orientare il mercato
Di Donatella Cinelli Colombini Brunello Casato Prime Donne
2° PARTE
Si tratta di giudizi basati sulla capacità di coinvolgimento delle community del vino. Vengono contate le interazioni che rendono virali i messaggi e creano ingaggi attraverso Facebook, Twitter, Istagram … con condivisioni e commenti.
Si tratta di sofisticate tecniche di comunicazione che vengono sviluppate dai blogger più “tecnici” e più capaci di taggare e mettere hashtag in modo efficace. Questo significa che i contenuti non sono l’unica cosa che
conta in internet, è molto importante, anzi determinate l’uso di una tecnica corretta.
‘Klout Score‘ misura appunto più di 400 segnali provenienti da 8 differenti social network e la sua classifica dei maggior wine blogger ribalta quella del Wine Web Power Index. Primo posto per Jancis Robinson segue Tim Atkin, la prima degli italiani è Marilena Barbera.
Il criterio di valutazione di The Wine Hub autore di Klout Score si basa sull’utilità dei contenuti, il numero di condivisioni e interazioni che ha suscitato nella comunità del vino. Il numero dei follower viene tenuto in minore considerazione.
La più celebre Master of Wine Jancis Robinson chiede <<Le donne e gli uomini hanno un rapporto diverso con il vino? >> e le sue risposte lasciano basiti
Letto per voi da Donatella Cinelli Colombini
Penserete a una rivista femminile? No, l’articolo è nel “Financial Times” il quotidiano dei banchieri, della finanza che conta e dei grandi imprenditori! Ed è una pietra miliare. Invito tutti a leggerlo, specialmente i maschietti. <<Quando sceglie una bottiglia da servire a casa un uomo si chiede – è abbastanza cara per il mio boss/cliente/amico? Una donna invece si chiede – ci piacerà berlo insieme?>> Verissimo. E’ una verità che è sotto gli occhi di tutti, le donne sono pragmatiche. Ma la botta forte viene dopo <<women have superior tasting abilities to man, performing more precisely and consistently in experiments>>. Letteralmente le donne sono più capaci degli uomini nell’assaggio, sono più attente e più sperimentatrici. Poi racconta della Digital Wine Comunication Conference, quella di cui ci ha parlato, tempo fa Gian Piero Staffa che era seduto proprio accanto a lei. I dati parlano chiaro: il 58% dei consumatori abituali USA sono donne, 7 bottiglie su 10 comprate nei supermercati inglesi sono acquistate da donne. Persino la diffusione dei vitigni nel mondo risente della “femminilizzazione” del mercato ed ecco che aumentano Chardonnay e Pinot grigio.
La vendita en primeur riguarda vini in botte e consente di investire e, spesso di speculare, sulla crescita del loro valore prima della consegna sul mercato
Letto per voi da Donatella Cinelli Colombini
I negotiants acquistano dunque i vini 18 mesi o un anno prima dalla vendita al pubblico. L’en primeur riguarda soprattutto Bordeaux, Borgogna, Cote du Rhône e Porto. I profitti possono essere impressionanti. Wikipedia riporta, a titolo di esempio, lo Château Latour 1982 che fu acquistato a 250 Sterline la cassa un anno dopo la vendemmia e rivenduto nel 2007 a 9.000.
Quest’anno proprio Latour ha lasciato il mercato en primeur e la notizia ha fatto il giro del mondo. L’informatissimo sito The Drinks business ha pubblicato una riflessione che inizia con un quesito: gli altri Premier crus lo seguiranno?
Chateau Latour appartiene al ristrettissimo gruppo dei First Growth un olimpo istituio nel 1855 di cui fanno parte anche Château Lafite Rothschild, Château Margaux, Château Haut-Brion e, dal 1973, anche Mouton Rothschild.
Questi sono i miti dei miti del vino, le cantine leggenda 1° crus. Ogni notizia che le riguarda viene vista dal mercato e dai collezionisti come un fatto della massima importanza e dunque la decisione di Latour di lasciare il mercato en primeur è di quelle da prima pagina.
Il sistema ha dato enormi profitti a tutti e si basa sull’esistenza di centinaia di negotiants cioè società di distribuzione, anche mondiali, che si occupano di vendere e promuovere i vini acquistati quando sono ancora in botte.
L’avvenente Pippa Middleton sorella della futura regina d’Inghilterra Kate e cognata del Principe William ha superato l’esame di Wine and Spirit Education Trust
Letto per voi da Donatella Cinelli Colombini
A volte i cambiamenti avvengono anche grazie a personaggi simbolo che danno loro un volto e una storia. Tendenze che nascono spontaneamente rispecchiando bisogni che sono già nell’aria. Questo è il caso di Pippa Middleton che ha frequentato con successo il corso avanzato sul vino WEST – Wine and Spirit Education Trust << un percorso professionale per chi vuole organizzare eventi o fare il sommelier >> ha spiegato la cognata più famosa del mondo, che ha frequentato le lezioni per assumere un ruolo nella rivista “The Spectator” per cui lavora e che ha un ottimo wine club. Pippa ha dunque uno spiccato interesse per il vino e ha cercato di svilupparlo anche con qualche disavventura. Nell’articolo di The Drinks Business che ha diffuso la notizia, racconta come sia dovuta entrare di soppiatto nel negozio di vino sotto il suo ufficio per sfuggire ai paparazzi che l’inseguono costantemente <<poteva essere leggermente imbarazzante essere fotografata mentre mi aggiravo in negozio di alcolici un sacco di volte nel pomeriggi>>. Tenace e scaltra la piccola!
La regina per antonomasia “The Queen” è Sua Maestà Elisabetta II, ma la regina del vino è sicuramente Jancis Robinson
Visto per voi da Donatella Cinelli Colombini
E’ proprio lei, infatti, che sceglie le bottiglie per Buckingham Palace. Jancis Robinson ha acquistato una fama mondiale quando, nel 1980, divenne il primo Master of Wine donna che non proveniva dal business del vino e oggi molti la considerano ‘the most respected wine critic and journalist in the world’ la persona che strappa le raccomandazioni ed è impermeabile ad ogni influenza. Per la sua competenza, autorevolezza ma anche per la sua onestà Decanter la mette al 10° posto nella lista dei personaggi del vino più potenti del mondo. Il suo www.jancisrobinson.com ha abbonati in 100 Paesi ed ha vinto il Wine Writers’ Award 2010 come miglior portale di vino del mondo. La Robinson ha 206.000 follower in Twitter. Ha scritto 20 libri fra cui due opere monumentali: World Atlas of Wine insieme a Hugh Johnson e l’Oxford Companion to Wine. Ma non basta ha anche una rubrica fissa nel “ Financial Times”.
Non aggiungo altro! Avete capito che Jancis Robinson è l’unica donna in grado di far sentire la sua voce sopra quella degli uomini che dominano il mondo del vino.
La sensazione è di essere nella zona emergente di Montalcino, quella fresca che si è avvantaggiata di più dal global warming ed esprime Brunelli molto eleganti
Brunelli che piacciono tanto all’estero e soprattutto nei Paesi dove i wine lover hanno l’abitudine di bere le bottiglie dei grandi Chateau francesi per cui preferiscono i vini italiani caratterizzati dall’armonia e capaci di lasciare a lungo il loro sapore in bocca.
I Brunello del Casato Prime Donne, sono di questa tipologia: evidenza di frutto maturo con tannini morbidi, rotondità e legno inavvertibile ma di ottima qualità.
In questo momento i nostri Brunello e i vini Orcia DOC e Chianti della Fattoria del Colle sono a ProWein a la grande fiera di Dusseldorf dove la nostra Violante aspetta importatori e esperti nella Hall 3 posizione L 51 insieme ai vini toscani
Ecco cosa cosa è arrivato nell’ultimo mese nella rassegna stampa della nostra cantina. Il Brunello 2008 è sulla copertina di “Wine”, la principale rivista di vino della Repubblica Ceca.
Walter Speller – uno dei maggiori esperti britannici di vini italiani, scrive per la reputatissima, potentissima e temutissima “Fine Wine Writing & Wine Rewiews” della Master of Wine Jancis Robinson. Speller ha recensito 166 Brunello 2009 il nostro ottiene un bel 16,5/20 <<profumi freschi con una bella nota di farina d’avena. Succosa ciliegia. Ha vera freschezza e una buona dose di tannini croccanti>>.
Ha un nome italiano – Antonio Busalacchi – ma dirige il centro interdisciplinare sul clima dell’Università del Maryland ed ha studiato i vigneti di mezzo mondo
Letto per voi da Donatella Cinelli Colombini
La Master of Wine e reputatissima opinionista sul vino Jancis Robinson ha scovato le indagini di Busalacchi e del suo assistente Eric Hackert sull’impatto del nuovo clima in due dozzine di regioni viticole sparse in tutto il mondo
Il primo dato è allarmante: secondo Busalacchi “eventi estremi, come le ondate di calore, che bloccano la fotosintesi e grandinate che distruggono tutta l’uva in una manciata di minuti, diventeranno sempre più frequenti “ . Ecco che il global warming farà scendere il potenziale di alcune regioni viticole e accrescerà quello di altre perché modificherà alcool, acidi, zuccheri, tannini e colore di ogni vino. Per questo motivo molte cantine di Champagne stanno comprando terreni nel Sussex e Kent che sono ora diventate regioni adatte alla viticultura di alta qualità.
In generale i vigneti con latitudini o altitudini maggiori saranno beneficati dal cambiamento climatico così come i vigneti circondati dall’Oceano. Ed ecco la lista dei fortunati “ Rhine in Germany, the states of Oregon and Washington in the United States, and the Mendoza Province in Argentina and New Zealand” .